Battaglia giocata in data 24 febbraio 2008

  Località: Chivasso (To) - manifestazione GIOCHIVASSO (presso Liceo Newton)   Giocatori ed eserciti:  

Sandro. - Uomini dell’Arcadia con Centauri e Minotauri  

Sergio - Khaladrin con Comandi Alleati di Orchi   e di Xanatar  Punti utilizzati: ESERCITO 4150 - MAGIA 2000   Risultato finale: massacro a favore di Sandro

La battaglia della Piana delle Esperidi

Resoconto del bardo Zandrok.

Dopo la pesante sconfitta subita al Passo delle Porte Ardenti dal contingente che aveva inviato in avanscoperta, il Warlock Oscuro che Saunorassar aveva mandato ad invadere l'Arcadia fu costretto a negoziare un patto di alleanza con il sovrano gli Elfi Oscuri della città di Port Hurdan che controllava il territorio che si affacciava sulla parte meridionale della baia di Melkar, che l’esercito invasore doveva costeggiare per andare verso nord, in direzione di Kroton. Gli Elfi Oscuri che controllavano quel territorio avevano anche il possesso dell’unico ponte sul quale era possibile attraversare il fiume Exus, il quale costituiva il confine tra il Regno di codesti Elfi Oscuri e la Piana delle Esperidi, oltre la quale si trovava la città di Kroton.

La Piana delle Esperidi è una vasta pianura che si affaccia sul Mare Auxinus, ed è la località ideale per poter dispiegare l’immenso esercito che da diversi giorni patisce lo sfinimento sulle traballanti navi ormeggiate in vista della costa meridionale dell’Arcadia. Gli Elfi Oscuri hanno fornito indicazioni sul terreno, tacendo però sul fatto che la Piana non è del tutto disabitata, come invece hanno lasciato intendere, ma da tempo è stata occupata da delle tribù miste di Centauri e Minotauri che sono alleate di Kroton.

Completato il periplo della costa meridionale del Saxanistan (la regione che si trova a sud ovest dell’Arcadia), la flotta d’invasione giunse in vista dell’approdo che era stato individuato dagli esploratori.

Il Warlock attese quindi che il suo esercito fosse sbarcato al completo e poi diede l’ordine di iniziare la marcia verso la città nemica. Al suo comando vi erano innumerevoli reparti di Khaladrin supportati da elefanti che, per l'occasione, il Satrapo di Memnone, signore del Mekran, aveva fornito, inviandoli via terra, con un lungo viaggio, fino al luogo dove il grande esercito aveva posto l’accampamento. L'attesa dell'arrivo degli Elefanti da parte degli invasori, aveva in un certo qual modo favorito gli Arcadi, dando loro un po' di tempo per organizzarsi.

Oltre ai Khaladrin, il Warlock poteva contare su un nutrito Comando Alleato fornito dallo stregone Xanatar, forte di innumerevoli Mezz'orchi Tarakhar (guerrieri, picchieri e balestrieri) e una delle loro possenti baliste giganti.

A completare lo schieramento vi era un Comando Alleato di Orchi su lupo e un grosso contingente di Corsari di Anghbar, oltre a molti stregoni e sciamani per fornire l'inevitabile supporto magico all'esercito.

Gli Arcadi tennero il loro consiglio di guerra e fu stabilito che Sybaris avrebbe continuato a fornire supporto navale tenendo sotto controllo la flotta degli invasori, per impedire che sbarcasse contingenti alle spalle dello schieramento assunto dall'esercito terrestre, mentre le forze di Kroton ed Eraclea avrebbero affrontato in campo aperto gli invasori.

Alle truppe delle due città si unirono schiere di Centauri e Minotauri delle tribù delle Piane.

L'abile e saggio centauro Chirone ottenne che i Minotauri (creature che a volte si schierano con i malvagi) combattessero per Leonida e gli Arcadi e lui stesso accettò di scendere in battaglia: Chirone, maestro di Achille, voleva anche vendicare il suo allievo prediletto, rimasto gravemente ferito nel precedente scontro.

Insieme a Chirone arrivò uno stuolo di Eroi dall'isola del Parnaso, la terra degli eroi immortali che, grazie al dono della vita eterna, possono tornare in Arcadia quando il pericolo è grande.

Tra questi arrivarono: Eracle e Iolao, Atalanta e un reparto di Toxotides di Minerva (micidiali arciere che tirano con possenti archi), Ulisse e i suoi arcieri di Itaca, il già citato Chirone e per finire Bellerofonte e un reparto dei suoi Cavalieri su Pegaso.

L'esercito di Leonida, formato da Opliti elite di Kroton, venne rinforzato con il comando di Eraclea costituito da Opliti Corazzati e Opliti Eraclidi, da Unità di Cavalleria Leggera di Kroton, da Guerrieri Centauri elite in armatura pesante e da un cospicuo gruppo di Minotauri e Ggiganti Minotauri.

Maghi e Demiurghi di Eraclea scesero in campo per contrastare le magie nemiche e i sacerdoti e chierici di un tempio dedicato ad Ares onorarono i guerrieri ed eroi arcadi donando loro un gran numero di sacre armature armi speciali.

Ermes in persona donò a Eracle i suoi calzari affinché l'eroe potesse volare e portare soccorso dove più era necessario!

Un gruppo di Arcieri Tespiesi (legati ad Eraclea) venne inglobato nel comando di Ulisse.

Avendo vinto in esplorazione le forze di Saunorassar iniziarono la battaglia sul finire del giorno per meglio sfruttare le ore notturne.

Gli Arcadi avanzano guidati da Leonida per nulla intimorito dai due elefanti dei Khaladrin che lo fronteggiano e dalla notte imminente.

I primi colpi vengono sparati dagli arcieri.

La grande balista dei Tarakhar elimina una Unità di Tespiesi, i cui superstiti fuggono dileggiati dagli Opliti, ma in risposta Ulisse, i suoi Itacesi, Atalanta e le Toxotides mietono gravi danni al nemico. Le belle e prodi arciere di Minerva riescono a eliminare tutti i serventi della balista e l’incauto generale delle armi da lancio dei Tarakhar, che si era unito ad essi per migliorare il loro morale (onde non farli testare): il loro gesto eroico lo hanno pagato con la vita, ma sicuramente la Dea Minerva accoglierà le loro anime nell'Olimpo.

Quando, dopo un certo numero di ore, i Corsari arrivano sul lato sinistro dello schieramento arcade, il re Leonida è costretto a inviare contro di essi i due Giganti Minotauri a bloccarli, mentre Iolao e Atalanta convergono a sinistra per impedire che degli Arcieri Corsari sfondino sul fianco, attaccando il retro dell'armata e i preziosi maghi e sacerdoti.

Da entrambe le parti gli Dei vengono evocati e sacerdoti e chierici pagano con la vita l'aver disturbato gli Dei per misere questioni mortali!

Infine si arriva allo scontro frontale.

Al centro Eraclidi, Opliti di Eraclea, Itacesi e gli Opliti di Leonida tengono il fronte contro Khaladrin e Tarakhar, mentre i Minotauri subiscono pesanti perdite ad opera degli elefanti giganti e dei Corsari: alla fine muoiono un Eroe e un Distruttore dei Minotauri. Assiene ad essi, praticamente tutti i Minotauri Giganti periscono per trattenere i due maestosi pachidermi da guerra.

Sul fianco destro dello schieramento arcade la cavalleria di Kroton, Chirone, i Centauri e Bellerofonte con i suoi Cavalieri su Pegasi sfondano, eliminando la Cavalleria degli Orchi, mentre Eracle impegna in cielo il Warlock Oscuro su viverna e la sua Guardia di Seth.

Mentre gli Arcadi sfondano a destra, sul fianco sinistro gli Elefanti sfondano la resistenza dei Minotauri e impattano sulla falange di Leonida disorganizzandola.

In quel momento, però, gli Eraclidi sfondano al centro eliminando un generale Tarakhar e i suoi Picchieri e, soprattutto, Eracle riesce ad abbattere la viverna del Warlock e, con l’aiuto di Chirone, compie anche l’impresa di uccidere lo Spettro malvagio!

Pare che l'oscuro condottiero di Saunorassar, prima di incrociare le armi dopo che la sua viverna era stata uccisa, abbia detto ad Eracle: "Stolto, nessun uomo, per quanto grosso, mi può uccidere! Ora preparati a morire!", solo per sentirsi rispondere da Eracle: "Felice di deluderti, mostruosa creatura, ma io non sono un uomo, sono un semidio!", accompagnando le parole con un largo fendente che trancia la testa dello Spettro, facendo volare lontano l’elmo d’acciaio dell’armatura nera.

Con la morte del Warlock Oscuro, l'esercito di Saunorassar si sfalda e ripiega disordinatamente, lasciando il campo agli Arcadi:

ancora una volta le forze del Bene sono riuscite a bloccare le oscure forze del malvagi Signori delle Tenebre di Naran!

Immagini

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