Eserciti di Naran Fantasy Wars

Versione 2018 - NON ufficiale - degli eserciti di Naran.

LEGIONE IMPERIALE DI ROMA

LEGIONE IMPERIALE - ESERCITO BASE

Fanteria

Armi da lancio

Artiglieria

Cavalleriay

Cavalleria Volante (Legionari su aquile giganti)

Creature Terribili

Branchi di Creature

Personaggi Individuali

Ars Arcana

AUSILIARI EXTRAORDINARI

1. Personaggi Individuali Speciali

2. Guardia Pretoriana Germanica

3. Bighe da battaglia

4. Manipoli di Minotauri

5. Coorti di legionari Nani

6. Unità Ausiliarie di Elefanti da guerra

7. Ausiliari delle Legioni Orientali

EROI DEL CAMPIDOGLIO

Eroi del Periodo Monarchico

- Re Romolo

- Equites di Romolo

- Castore e Polluce

- Muzio Scevola

- Orazio Coclite

- Opliti Romani - Fanteria

Eroi del Periodo Repubblicano

- Scipione e gli Ausiliari Numidi

- Il "Divino-Supremo" Caio Giulio Cesare

- Lucio Voreno and Tito Pullone

- LEGIONE REPUBBLICANA

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Download:

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Legioni Imperiali di Roma

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Scenario : il nuovo Scenario 2018 è in fase di preparazione

SCENARIO VERSIONE "2004 - 2017"

La Legione di Curzio.

Origine.

Si narra che Curzio fosse un trovatello di razza umana (della stirpe dei Cimmeri), la cui tribù venne sterminata da una banda di Orchi del regno dello stregone Xanatar dei Monti Zagros, durante una scorreria effettuata nella regione della Kosnja.

Da tempo immemore, la Kosnja era stata occupata da dei guerrieri Cimmeri che facevano parte della tribù dei Gepidi, i quali vi si erano insediati all’epoca della Grande Migrazione dei Barbari. Questi Cimmeri vennero un brutto giorno assaliti dai più selvaggi e crudeli Langhbarthen, sopraggiunti dal nord dopo essere stati scacciati dagli Jurken dell’Orda del mitico Etzel.

Il Re dei Gepidi, Turisindo, mandò suo figlio Turismondo con l’esercito per fermare gli invasori, i quali erano comandati dal figlio del Re dei Langhbarthen, Alboino. Nella battaglia che ne seguì, Alboino uccise Turismondo, staccandogli la testa con un preciso fendente della sua lunga spada. Visto cadere a terra il loro condottiero, i Gepidi si diedero alla fuga, inseguiti dai nemici che ne fecero grande strage.

A questa battaglia seguì una tregua, concordata dai due Re per paura dell’Orda di Etzel, che incombeva su di loro come una nube minacciosa, gravida di tempesta. Per sigillare l’accordo, Alboino venne invitato dal re Turisindo ad un banchetto, durante il quale gli cinse le armi, come era consuetudine fare tra i Langhbarthen, dove il figlio del Re non poteva sedere al fianco del padre nei banchetti, finché "non avesse ricevuto le armi" da un Re straniero. Una sorta di prova di maturità, imposta ai giovani principi.

Nel corso del banchetto, Alboino scorse Rosmunda, figlia di Cunimondo, fratello del Re nemico, una bellissima fanciulla in età da marito; vederla ed invaghirsi fu una sola cosa. Così la chiese in sposa al suo ospite, ma la giovane, sapendo che lui era stato l’uccisore del fratello, rifiutò. Sdegnato per l’offesa, Alboino offese i Gepidi, e quasi stava per scoppiare una rissa se non fosse intervenuto il Re a calmare gli animi.

Qualche tempo dopo, morto il Re dei Gepidi Turisindo, e salito al trono suo fratello Cunimondo, i Langhbarthen ruppero l’alleanza, non senza essersi prima accordati con Etzel. Con l’aiuto degli Jurken i Langhbarthen ebbero ragione dei nemici. Alboino si scontrò con Cunimondo, ed anche questa volta ebbe la meglio. Dopo averlo ucciso, Alboino tagliò la testa al nemico, e con il suo cranio si fece fare una coppa, secondo la consuetudine delle tribù delle steppe. Egli fece inoltre prigioniera Rosmunda e la obbligò a diventare sua moglie.

Venuto a contatto con l’Impero di Argos, il cui territorio confinava a quell’epoca con la Kosnja, Alboino si traferì con tutta la sua gente nel Vinland, là mandato dall’Imperatore a riconquistare per lui quella provincia che era stata conquistata da altri Barbari, i Gauthar, e che in quel periodo era stata pure assalita dai Predoni del Sud, i Saraceni.

Partiti i Langhbarthen, i pochi Gepidi sopravvissuti ricostituirono il loro regno, che però ebbe brevissima durata, perché subito venne occupato da un forte contingente di truppe imperiali, lì mandate per tenere sotto controllo gli Jurken di Etzel. Per sviare l’attenzione di Etzel dalle terre dell’Impero, l’Imperatore invitò il feroce khan ad andare ad occupare la Burgundia, cosa che questi fece con entusiasmo. Queste vicende sono state narrate nel poema epico dei Nibelunghi.

Da quell’epoca, la Kosnja entrò stabilmente a far parte dei territori dell’Impero di Argos; agli indigeni l’Impero concesse una certa autonomia, in cambio di tasse e di giovani uomini per l’esercito imperiale. Questa regione, che si trova al confine tra il Regno di Burgundia e la Galatia, ai giorni nostri fa parte del Ducato di Estonia, stato vassallo dell’Impero di Argos, che comprende anche la Contea di Masovia e la "Marca Orientale", la cui capitale è posta nella fortezza di Oremburg .

Dopo aver avuto notizia della scorreria della banda di Orchi, il Duca di Estonia (Igor Lungaspada) mandò le sue truppe in ricognizione, per controllarne i movimenti. I predoni, dopo aver saccheggiato e depredato quella regione, se ne stavano tornando verso le loro montagne, lasciando alle loro spalle morte e distruzione. Al seguito delle truppe imperiali vi erano anche dei Balestrieri ed Archibugieri Nani, che formavano le Unità di Artiglieria montata sui carri, arma questa che si era rivelata vincente per fermare le cariche della veloce Cavalleria sui Lupi dei Predoni delle montagne che il mago Xanatar aveva arruolato.

In uno dei villaggi saccheggiati dagli Orchi, che era abitato dai componenti di un clan che vantava antiche origini e che sosteneva di discendere direttamente dalla famiglia reale di Turisindo, l’unico ad essere rimasto in vita era Curzio, un infante di appena pochi mesi di vita.

Uno di quei Nani lo prese con sé e lo portò ad Oremburg. Lì il piccolo Curzio (questo fu il nome che gli venne dato dal Nano che lo aveva trovato tra le macerie della sua capanna) venne cresciuto dalla moglie di quel Nano, ed allevato come uno della loro stirpe. Egli venne istruito nell’arte della metallurgia ed addestrato a combattere con le armi tipiche dei Nani. Allo stesso modo, come tutti i bambini Nani, Curzio frequentò la scuola (gli costruirono un banco speciale, adatto alle sue... dimensioni) dove imparò a leggere, scrivere e fare di conto; poi gli fecero studiare anche la Storia e l’antica lingua dei Nani di Rahma.

Oltre a diventare un valido combattente ed un esperto fabbro, Curzio si appassionò dell’antica storia dei Rahma, i Nani che avevano fondato un grande impero. Così, quando fu cresciuto abbastanza per andare a vivere per conto suo, al fine di trovare una compagna tra la gente della sua stirpe d’origine, egli si diresse verso nord, nella Kosnja, nella zona dove un tempo aveva vissuto la sua famiglia. Questa regione dopo quella disastrosa scorreria degli Orchi di Xanatar si era a poco a poco ripopolata con l’afflusso da nord-ovest di altre tribù del Cimmeristan.

Curzio mise a buon frutto le conoscenze e l’istruzione che gli era stata impartita dai Nani, soprattutto quella della metallurgia. Divenne un fabbro famoso e rispettato, ed essendo anche aitante ed abile con le armi, in poco tempo riuscì ad imporsi come capo di quella tribù, dopo avere sposato Emer, la figlia del khan.

Curzio non aveva dimenticato le antiche storie e leggendarie imprese del mitico popolo dei Rahma, che tanto da piccolo lo avevano appassionato. Egli aveva portato con sé i quaderni ed i libri di scuola che il padre adottivo gli aveva regalato, ed aveva continuato a leggerli di tanto in tanto. Fu così che un giorno, dopo essere diventato il nuovo khan di quella tribù, egli ebbe l’idea di organizzare i guerrieri che da lui ora dipendevano, in modo da formare una delle antiche "Legioni" dei Rahma.

La Legione di Curzio.

Da principio, essendo pochi i guerrieri della tribù, Curzio costituì solo una Centuria (cento uomini).

In origine, la Legione Rahmana era formata da sessanta centurie; due centurie formavano un manipolo, quindi in totale in una Legione vi erano trenta manipoli. La Legione era poi rinforzata da dieci Unità (Turmae) di Cavalleria e da Unità di Arcieri; ogni Unità di Cavalleria comprendeva 30 Cavalieri divisi in tre Squadroni.

Dopo aver addestrato bene i suoi guerrieri a combattere come gli antichi Rahma, Curzio iniziò una campagna per portare tutte le tribù limitrofe sotto il suo controllo. La sua iniziativa venne coronata da pieno successo, perché appena si sparse la voce che era nato un nuovo condottiero tra i Cimmeri della Kosnja, molti furono i guerrieri delle altre tribù che venivano ad arruolarsi ai suoi ordini.

Nel giro di pochi anni, Curzio organizzò una vera e propria Legione, ed estese la sua zona di influenza sull’intera regione. Scelta una zona collinosa, Curzio fondò una città fortificata alla quale diede il nome di Nuova Rahma. Questa cosa non passò inosservata e venne presto riferita all’Imperatore di Argos, il quale cominciò a preoccuparsi della nascita di un potente regno al confine settentrionale. Mandò quindi doni ed ambasciatori a portare i suoi omaggi al nuovo Gran Tribuno dei Cimmeri, come Curzio aveva iniziato a farsi chiamare.

Trovando più conveniente mettersi agli ordini dell’Imperatore, anziché arrivare ad uno scontro militare il cui esito appariva del tutto incerto, anche per via dell’educazione ricevuta essendo stato allevato in una fortezza imperiale, Curzio decise di offrire i suoi servigi all’Impero, come Generale mercenario.

Il patto venne rafforzato anche con il matrimonio di Curzio con Lucilla, la bella, giovane nipote dell’Imperatore, la quale - dolente o volente - dovette accettare di buon grado il "sacrificio" impostole dallo zio di diventare la seconda moglie di quel "barbaro" che si atteggiava ad antico imperatore dei Rahma, che conosceva alla perfezione ben quattro lingue ed era esperto anche nella matematica e nell’arte della metallurgia.

Con il matrimonio con Lucilla, Curzio ottenne anche i titoli di Marchese e di Tribuno Imperiale, nonché il feudo sul territorio della Kosnja che era riuscito a conquistare, nominalmente già facente parte del Ducato di Estonia, ma di fatto del tutto indipendente.

Si venne a sapere che qualche tempo dopo il suo matrimonio con Lucilla, Emer, la prima moglie di Curzio, venne trovata morta, forse uccisa con del veleno che qualcuno aveva sparso nelle lenzuola del suo letto. Quella notte Curzio aveva dormito con Lucilla, la quale rimase così l’unica moglie del condottiero; rimasta gravida, Lucilla nove mesi dopo questo tragico avvenimento partorì un paio di gemelli (un maschio ed una femmina). L’inchiesta sulla tragica, misteriosa morte di Emer si concluse con la messa a morte di un paio di ancelle, le quali avrebbero dovuto impedire a chicchessia di penetrare nella stanza da letto della Prima Moglie per compiere quel misfatto; così ne furono accusate esse, e sebbene si proclamassero innocenti vennero atrocemente giustiziate, secondo le barbare usanze dei Cimmeri, mantenute in uso da Curzio.

Avvenne poi che un’altra Orda di Orchi arruolati dal perfido negromante Xanatar, effettuassero un’altra incursione in forze contro le provincie settentrionali dell’Impero, accompagnati da torme di Uomini Selvaggi dei Monti dello Zagros.

L’orda barbarica annientò l’esercito del Duca di Estonia che gli si era parato davanti per fermarla. Nel bagno di sangue caddero anche lo stesso Duca ed i suoi due figli maschi, che lo avevano affiancato sul campo di battaglia, combattendo valorosamente ed immolando così le loro giovani vite.

L’Imperatore allora bandì una leva generale tra i suoi feudatari, e raccolta una grande armata mosse contro gli invasori, i quali avevano già posto Oremburg sotto assedio. Anche Curzio, il cui feudo faceva parte dei territori del Ducato di Estonia, fu arruolato come vassallo, con tutta la sua Legione rinforzata da contingenti di Cavalleria di Aryel (Elfi delle Praterie) e di Jurken; questi ultimi erano i discendenti dei guerrieri che avevano fatto parte della grande Orda di Etzel.

Dopo la morte di codesto grande condottiero, i suoi figli si spartirono le terre e da allora questi guerrieri vivono nel loro territorio, situato a nord della Galatia. A volte essi si alleano con l’Impero, altre con i nemici di esso. Sovente succede che nei due schieramenti avversari si trovino degli Jurken appartenenti a clan rivali. Alcuni clan si sono accordati con Curzio e gli forniscono dei giovani guerrieri per la sua Cavalleria Ausiliaria.

Ne seguì una grande battaglia nella piana dinanzi la fortezza di Oremburg, che terminò in un nuovo orrendo bagno di sangue, nel quale il Duca Brandualdo, comandante dell’Armata Imperiale, perse la vita, venendo ucciso in duello e decapitato ad opera del Khaghan degli Orchi che comandava l’Orda degli Orchi e Uomini Selvaggi.

Le grandi perdite inflitte agli Orchi e la fuga di molte bande di Uomini Selvaggi ad essi aggregate consigliarono al Khaghan di far fare marcia indietro agli esigui resti della sua orda, e così Oremburg e le terre dell’Impero vennero salvate da una devastante invasione.

Sebbene avesse subito molte perdite, la Legione di Curzio era tra le Unità imperiali quella che meglio delle altre aveva retto lo scontro con la Cavalleria sui lupi degli Orchi, ed era anche riuscita a mettere in fuga molte Unità di fanteria di Orchi e Uomini Selvaggi. Fu proprio una Coorte della Legione di Curzio, comandata dal Tribuno in persona, a riportare ad Argos i resti mortali del Duca, tranne la testa che era stata portata via come trofeo dal perfido orco. Il resto della Legione rimase acquartierato ad Oremburg, onde prevenire eventuali nuove incursioni di gruppi di Orchi o di Uomini Selvaggi sbandati.

Dopo tali eventi, la posizione di Curzio nei delicati equilibri di potere che erano sorti tra i Grandi Elettori dell’Impero divenne determinante, essendo tra l’altro egli il marito di una nipote di Carlo, il grande Imperatore. I figli di Carlo cominciarono a temere che Curzio potesse prima o poi insidiare loro il trono, essendo lo sposo della loro cugina, e quindi avendo diritto al titolo di Principe.

Fu così che per allontanare il più possibile Curzio da Argos, sobillato dai figli, l’imperatore Carlo lo nominò Duca di Estonia. Impegnato a difendere i confini del suo territorio, pensò l’Imperatore, Curzio non avrebbe avuto né il modo né il tempo per mettersi ad intrigare con gli altri Duchi (Grandi Elettori) per soffiare il trono al suo erede quando lui fosse morto.

Di fatto, però, con la concessione di quel vasto territorio, ampliabile verso nord con future conquiste, a spese della Galatia, secolare nemica dell’Impero, Curzio è diventato il Signore di un grande stato di fatto indipendente, nel quale viene ora onorato coll’antico titolo dei Nani d’Oriente: Basileus.

La mossa dell’Imperatore potrebbe quindi rivolgerglisi contro. Nuvole gravide di eventi minacciosi si stanno addensando sulla corte di Argos...

 

Organizzazione della Legione di Curzio.

La Legione di Curzio ha un’organizzazione ispirata a quella delle Legioni dei Nani di Rahma del periodo imperiale, ed è quindi formata da un numero consistente di Legionari affiancati da Ausiliari. Un esercito del Ducato di Estonia è dunque rappresentato da una Legione, il cui Condottiero può essere Curzio od uno dei suoi Legati. In una Grande Armata Imperiale, Curzio può comandare un esercito formato da una o più Legioni.

Una Legione è costituita da Unità di Fanteria (Manipoli) raggruppate in Coorti (Comandi).

Normalmente ogni Coorte è formata da 3 Manipoli (Unità):

uno di Hastati

uno di Principes

uno di Triarii

La distinzione tra le tre specialità è essenzialmente dovuta all’anzianità di servizio nella Legione: i Triari sono i più anziani ed esperti, i Principes sono quelli intermedi, mentre gli Hastati sono le reclute.

La Cavalleria è distinta in due specialità: quella Legionaria e quella Ausiliaria, rispettivamente organizzate in Unità (Alae) di sola Cavalleria o in Coorti Equitate (Coorti miste di Ausiliari di Cavalleria e di Fanteria).

Agli ordini del Condottiero, se questi è Curzio, vi è sempre una Coorte di Pretoriani di Fanteria ed una di Pretoriani di Cavalleria.

La Legione schiera sempre la propria insegna, l’Aquila Imperiale, portata in battaglia da un Aquilifer (Portabandiera); l’Aquila d’oro è l’insegna della Legione e sarà considerata alla stregua dello Stendardo dell’esercito; l’Aquilifer (che è a piedi) sovente è scortato da una Guardia del Corpo formata da un Manipolo di Legionari di Qualità Elite (Triarii), da Legionari o Ausiliari Hastati (di qualità elite dotati di picca) o da un Manipolo di Pretoriani.

Gli Ausiliari.

Curzio non arruola mai alleati o mercenari e non combatterà mai come Generale Mercenario agli ordini di un qualsiasi Condottiero, ma solo agli ordini diretti dell’Imperatore o come Condottiero delle sue Legioni.

Egli però ha stretto dei vincoli di amicizia e dei patti di alleanza con gli Yurken, gli Uomini dell’Est, e con gli Aryal Regi, i valorosi Elfi delle Praterie i cui regni si estendono al di là del Mare Arial, i quali gli forniscono delle validissime truppe di Cavalleria Pesante e Leggera: Lancieri, Catafratti e Arcieri a cavallo, che egli fa addestrare con i severi metodi della Legione e poi schiera come Ausiliari.

I rapporti di parentela di Curzio con i Nani che lo avevano allevato favorì la possibilità di arruolare dei guerrieri di questa razza. Siccome molti sono i Nani che vivono nelle città dell’Impero, Curzio non ha difficoltà ad arruolare guerrieri ausiliari appartenenti a questa razza, che lui rispetta ed onora.

Curzio ebbe poi anche modo di arruolare come Ausiliari anche dei mercenari della gigantesca razza dei Minotauri, molti dei quali combattevano nelle arene delle città imperiali come gladiatori, utilizzando tecniche di combattimento molto simili a quelle degli antichi Rahma.

Curzio fece fabbricare dai suoi allievi fabbri delle corazze adatte alle misure dei Minotauri, che nel disegno erano simili a quelle degli antichi Legionari rahmani. Lo stesso stile di armature del modello chiamato "lorica segmentata" viene usato anche per i Legionari. Questo nuovo tipo di corazza sostituì le maglie di anelli di ferro (lorica hamata) e le corazze a scaglie (lorica squamata) precedentemente usate dai più ricchi dei guerrieri cimmeri, che vennero conservate per le Unità di Cavalleria e per gli Ufficiali.

I Minotauri sono armati di lance che per la lunghezza adeguata alla loro statura gigantesca assomigliano alle "picche" normalmente usate dagli Imperiali.

 

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