Eserciti di Naran Fantasy Wars

Versione 2018 - NON ufficiale - degli eserciti di Naran.

MIKADO

In considerazione del numero di pagine, questo libro dell'esercito è stato diviso in due volumi:

VOLUME 1

Regole Generali

Regole Speciali

Gli Uomini del Mikado: i Samurai

Scenario del Mondo di Naran

Regole Speciali

Fanteria

Armi da lancio

Cavalleria

Personaggi Individuali

Personaggi Individuali Speciali:

  1. Gli Shogun e i Daymo
  2. Il Kagemusha (Guerriero Ombra)

ARS ARCANA

Gli Yamabushi: i Monaci Guerrieri delle montagne

Scenario del Mondo di Naran

Fanteria

Armi da lancio

Personaggi Individuali

ARS ARCANA

I NINJA

Scenario del Mondo di Naran

Fanteria

Armi da lancio

Personaggi Individuali

Regole Speciali dei Ninja

Armi e dotazioni speciali dei Ninja

Sette Ninja e Personaggi Speciali dei Ninja:

  1. Setta degli Aisu
  2. Setta dei Nijuei
  3. Setta dei Sasoriza

Creature Terribili

VOLUME 2

Yayoi: il Regno Elfico di Yamatai

Regole Speciali

Fanteria

Armi da lancio

Cavalleria

Personaggi Individuali

ARS ARCANA

Unai: gli Elfi delle Foreste del Mikado

Scenario del Mondo di Naran

Alleati e Mercenari

Regole Speciali

Fanteria

Armi da lancio

Cavalleria

Creature Terribili

Personaggi Individuali

Personaggi Individuali Speciali:

  • Shibuya - Eroe Arciere

Monno-No-Onoke: la Principessa Unai delle foreste:

- Scenario del Mondo di Naran

- Regole Speciali

- Personaggi Individuali Speciali

- Branchi di Creature

  • Kyoryu
  • Kyodaine Cho

Gli YAMAHOSHI :

  • Personaggi Individuali Arcani Yamahoshi
  • Il Mago-Arciere Yamahoshi
  • L'incantesimo "Moltiplicazione delle frecce"

Goyukaj: i Nani del Mikado

Fanteria

Armi da lancio

Artiglieria

Cavalleria

Personaggi Individuali

ARS ARCANA

Incantesimi Speciali dei Maghi Goyukaj

Eroi e Santuomini di Tokoyo-No-Kuni

Scenario del Mondo di Naran

Regole Generali e Speciali

Armi e Oggetti Sacri-Divini

EROI SAMURAI & YAMABUSHI (UOMINI):

  • Kintaro
  • Shitenno
  • Momotaro
  • Raiko (Minamoto Yorimitsu)
  • Reiko
  • Tajima, il "Tagliatore di frecce"
  • Totano
  • Yegara-No-Heidai
  • Yorimasa
  • Yoshitsune

Personaggi Arcani Yamabushi:

  • Benkei
  • Gama-Sennin
  • Koya-Shonin
  • Shodo Shonin
  • Nikobo

EROI YAYOI & UNAI (ELFI ALTI ed ELFI dei BOSCHI)

  • Tokojo
  • Yamato Take
  • Sennin - Indovino Yamahoshi

EROI GOYUKAJ (NANI)

- Hidesato

- Issunboshi

I GIGANTI DI MUJINTO

Scenario del Mondo di Naran

Creature Terribili

I MINOTAURI GIGANTI DEL MIKADO

Scenario del Mondo di Naran

Creature Terribili

DRAGHI DEL MIKADO

Scenario del Mondo di Naran

Creature Terribili

CREATURE MITOLOGICHE DEL MIKADO

Scenario del Mondo di Naran

Creature Terribili

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MIKADO

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Scenario : il nuovo Scenario 2018 è in fase di preparazione

SCENARIO VERSIONE "2004 - 2017"

Regni del Mikado

La Genesi di Yamato.

Ai giorni nostri, a non molta distanza dalla costa orientale del continente Yanghar (penisola di Yang-Xu) si trovano cinque grandi isole e diverse altre più piccole, alcune raggruppate a formare degli arcipelaghi, che costituiscono quella regione oceanica che nei tempi antichi era invece un piccolo continente conosciuto col nome di Yamato.

Nel sacro libro Kojiki ("Memorie degli eventi antichi"), si narra che la divina coppia formata dagli Dei orientali Izanagi ed Izanami fece sorgere la terra di Yamato dall'oceano Poseidonis usando una lancia chiamata Ame-Nu-Hoko. Con il fango che si ammassò colando dalla lancia ebbe origine la prima isola: Onogaro-Shima ("il Regno Terreno"). In seguito gli Dei crearono Yamato: un piccolo continente che successivamente, diversi millenni più tardi, con l'innalzarsi delle acque degli oceani a seguito del Diluvio Universale, si spezzettò in molte isole: le quattro isole dell'arcipelago del Mikado, la grande isola di Orkinava e le moltissime altre isole, più piccole, che ai giorni nostri le circondano, comprese quelle degli altri arcipelaghi che sorgono a non molta distanza da esse: a nord l'arcipelago delle Loanag ed a sud quello delle Isole delle Spezie.

Tra la terra di Yamato e l'isola di Onogaro-Shima gli Dei Izanagi e Izanami crearono un'altra isola, Tokoyo-no-Kuni, il cui nome significa "La Regione Eterna", destinata ad accogliere gli Eroi più valorosi giunti al termine della loro vita terrena, una sorta di Valhalla orientale. Assieme agli Eroi vi vennero accolti anche i Monaci, Maghi, Indvini e Sacerdoti che avevano dedicato la loro vita alla venerazione degli Dei della Luce e a combattere il Male in ogni sua manifestazione. A protezione di codesta isola dei Beati gli Dei crearono anche un piccolo arcipelago formato da altre otto isole più piccole, le Oya-Shima-Guni, in modo da formare una barriera difensiva, impenetrabile agli esseri umani ed ai Demoni e altre creature delle Tenebre.

Sull'isola di Onogaro-Shima, in cima al monte Takachihi, gli Dei posero Ama-no-uki-hashi. (il "Ponte del Cielo"), attraverso il quale si può raggiungere il regno celeste degli Dei: Takama-no-Hara ("la grande pianura celeste"), ove abitano anche i Tenshi, degli Angeli, i quali non sono soltanto i messaggeri degli Dèi, ma operano anche come guardiani di Tokoyo-no-Kumi e delle isole Oya-Shima-Guni, affiancando gli Eroi di Yamato nel contrastare le Forze del Male.

Il ponte Ama-no-uki-hashi venne affidato alla dea della danza Uzume, moglie del Dio dei Sentieri, che ne divenne il Guardiano.

Izanagi ed Izanami abbandonarono il Regno del Cielo (Takama-no-Hara) e stabilirono la loro dimora sull'isola Onogaro-Shima, ove crearono la loro dorata residenza. Dalla loro unione nacquero il dio del mare O-Wata-Tsu-Mi, il dio delle montagne O-Yama-Tsu-Mi, il dio degli alberi Kuku-No-Chi e il dio del vento Shina-Tsu-Hiko. La nascita dell'ultimo dio, Kagu-tsuchi, signore del fuoco, costò la vita ad Izanami, che così venne condotta nel regno dei morti, lo Yomo-No-Kumi, dove regna il malvagio dio Mikaboshi, uno dei vassalli di Yama, signore della Morte . La dea si nutrì con il cibo infernale e si trasformò in un demone malvagio, diventando la concubina di Mikaboshi che la elevò al rango di terribile Regina di quel regno infernale.

Izanagi, adirato, uccise il figlio che aveva causato la morte della sua sposa e decise di scendere all'inferno (Yomi-Tsu-Kumi) con l'intento di riportare nuovamente la sua compagna su Onogaro-shima. Quando la trovò egli ne vide l'aspetto terrificante, rimandandone terrorizzato. La Dea, sentendosi ricoperta di vergogna, si adirò con lo sposo, che quella visione orrenda aveva fatto fuggire disperato, e lo inseguì, decisa ad ucciderlo.

Fu così che i due Dei riuscirono a fuggire da quel regno infernale.

Una volta tornata alla superficie, sotto i caldi raggi del sole, Izanagi riprese il suo aspetto e le sue buone qualità, dopodiché sbarrò le porte dello Yomo-Tsu-Kumi con un potente incantesimo.

Ritornato su Onogaro-shima, Izanagi volle lavarsi dal sudiciume che lo aveva ricoperto mentre era nell'inferno ed eseguì un rito di purificazione. Si tuffò in un fiume e soffiandosi il naso originò il dio Susanoo, chiamato anche Susa-no-wo, signore della tempesta; dal suo occhio destro nacque Tsukuyomi, divinità della Luna, da quello sinistro Amaterasu, dea del Sole.

Gli Elfi di MU.

Il continente Yamato venne occupato, ai primordi della storia di Naran, da gruppi di Elfi che provenivano dall'antico, mitico continente Mu. Si narra nelle antiche scritture che alcuni millenni prima dello sprofondamento di Mu e di una parte di Yamato, un gruppo di codesti Elfi vennero convinti a trasferirsi dalla loro patria su questa nuova terra dal loro principe, il prode guerriero Hoori. Egli era di origine divina, essendo il figlio del dio Ninigi (nipote di Amaterasu) e della dea Ko-no-Hana, ed aveva un fratello, Hoderi. Sua madre, Ko-no-Hana, era chiamata "La principessa dei fiori", perché aveva il potere di far sbocciare i fiori dove passava; era la figlia del dio della montagna Oho-Yama ed aveva una sorella, Iha-Naga ("Eterna Principessa").

Hoori era un abilissimo marinaio; con la sua agile nave dalla prua a forma di testa di cigno, esplorava il vasto oceano alla ricerca di nuove terre da visitare. Un giorno, sulla spiaggia di un'isola del tutto disabitata, trovò una splendida fanciulla, Otohime, che giaceva soavemente addormentata sull'arenile. Essa la figlia del dio-drago del mare Ryujin, "l'Essere Luminoso". Secondo le credenze di codesti Elfi, il dio Ryujin abita negli abissi profondi dell'oceano, nello splendido palazzo di corallo che è denominato Ryugu. Questo dio-drago, probabilmente uno dei pochi Titani che si erano schierati al fianco degli Dei, aveva una figlia dall'aspetto umano, o forse ella poteva assumere tale aspetto.

Era infatti proprio Otohime, la fanciulla che Hoori trovò su quell'isola. Quando lei aprì i suoi bellissimi e dolcissimi occhi verdi, alla vista del viso di Hoori si innamorò all'istante del principe elfo. Essi si sposarono e rimasero per un po' di tempo su quell'isola, a godersi la luna di miele. In quel periodo la principessa del mare parlò ad Hoori della grande e bella terra di Yamato che si trovava a nord-ovest, così quando lui tornò in patria convinse quelli del suo clan seguirlo in codesta emigrazione. Fu così che ebbe origine la stirpe degli Elfi di Yamato, gli Unai, che, col passare dei secoli, aumentati di numero, popolarono codesto continente. I loro sovrani furono i figli e le figlie di Hoori e di Otohime.

Nella loro patria gli Unai adottarono un tipo di cultura simile in tutto a quella degli Elfi Silvani dei regni elfici occidentali. Costruirono le loro abitazioni sugli alti alberi delle foreste rigogliose che ricoprivano le isole del Mikado, vivendo in piena armonia ed in simbiosi con gli animali e la natura.

I Goyukaj.

Alcuni millenni più tardi, sulle coste di Yamato fecero la loro apparizione i Goyukaj, dei Nani provenienti dalle estreme regioni orientali del continente Yanghar, scesi su questa terra quando essa era ancora quasi unita al continente, separata solo da brevi tratti di mare intervallati da ampie distese di terre emerse.

Secondo una antica leggenda, i Goyukaj sarebbero stati generati dal dio Susanoo, kami" (divinità) del vento e della tempesta del pantheon orientale. Per i suoi dispetti fatti alla sorella Amaterasu, Susanoo fu scacciato dalla residenza celeste e condannato a vivere per un certo periodo tra i Nani che avevano popolato le estreme regioni orientali del continente Yanghar.

Egli ebbe numerose unioni con le femmine di codesti Nani, dai quali nacquero molti figli e figlie. Tra le femmine dei Nani con le quali Susanoo ebbe rapporti, ve n'era anche una di stirpe divina, appartenente alla famiglia di Kami, che casualmente in quel periodo si trovava, sotto le spoglie di una nana, con quel gruppo di Nani. Il suo nome era Musubi e al figlio che partorì venne dato il nome di Sukuna-Biko. Essendo di stirpe divina, questo Nano avrebbe poi avuto il permesso di raggiungere i genitori nel reame divino dei Kami, sull'isola di Onogaro-Shima ("il Regno Terreno").

Un giorno, forse su suggerimento del loro padre divino, i Goyukaj con a capo il dio Sukuna_Biko, loro primo sovrano, decisero di avventurarsi per mare per andare a vedere le altre terre che si trovavano al sud. Fu così che i Goyukaj giunsero su Yamato.

Inizialmente, i Nani vennero accolti benevolmente dagli Unai, che permisero loro d'insediarsi sulle pendici di alcune montagne che sorgevano sulla parte sud-occidentale del continente, in una regione che gli indigeni non praticavano. Tranquilli ed operosi, i Nani iniziarono a scavare il sottosuolo di quei monti, alla ricerca di metalli e minerali. Fu così che ebbe inizio l'edificazione delle prime città sotterranee dei Nani su Yamato. Il dio Sukuna-Biko, con un gruppo di Goyukaj, si stabilì nella regione di Izumo, situata nel sud-ovest del continente, dove venne fondata la capitale del regno dei Nani, alla quale venne dato lo stesso nome di Izumo. Sukuma-Biko viene ancora oggi ricordato come il "Re di Izumo". Gli Elfi invece diedero il nome di WA alle terre di Yamato dove si era formato il primo regno dei Nani, in quanto nella loro lingua "Wa" corrispondeva a "Nano".

Uno dei loro Principi più famosi fu Hidesato, impavido eroe che uccise molti mostri e creature demoniache che infestavano la terra di Yamato, fra i quali il famigerato drago "Centopiedi".

La nascita degli Orchi Nihon su Yamato.

Narra una antica leggenda che agli albori dei tempi, quando gli Dei iniziarono a popolare il pianeta Naran con razze senzienti, la penisola di Nihon, che faceva parte del continente Yamato, venne scelta dal demone Mikaboshi, sovrano dello Yomo-Tsu-Kumi, , per far nascere una razza di Orchi che gli fosse fedele. La penisola di Nihon, che in seguito diede origine all'attuale isola di Orkinava, a quell'epoca era unita al continente solo da una stretta striscia di terra, l'istmo di Tsuyama. Era una regione del tutto disabitata, in quanto gli Elfi, che avevano appena iniziato a colonizzare il continente non vi erano ancora giunti.

Codesta divinità malvagia aveva al suo servizio sette demoni, chiamati Ika-Zuchi-no-Kami, i quali, si narra, andarono sul continente Yanghar, nelle terre dove vivevano gli Orchi, rapirono molte delle femmine di codesta razza, le portarono su Nihon e poi si unirono ad esse, dando così origine una nuova stirpe di Orchi dell'Est, i quali presero il nome della penisola sulla quale erano stati fatti nascere: Nihon. Alcune di codeste femmine vennero fecondate dallo stesso Mikaboshi, ed i loro figli ereditarono alcuni dei poteri magici del loro padre.

I Nihon rimasero per molti millenni isolati dagli altri rappresentanti della loro razza, i quali nel frattempo si erano rapidamente sviluppati nelle foreste e nelle steppe del continente Yanghar e nelle penisole di Hourkan e Khorasan.

Gli Orchi di Nihon svilupparono una loro peculiare cultura, con una organizzazione sociale basata su clan familiari e poggiante sulla casta dei guerrieri. I vari clan si raggruppavano in tribù nelle quali il potere era detenuto nelle mani di crudeli sciamani, i quali si consideravano discendenti dei figli del dio Mikaboshi, e nei loro primitivi templi praticavano sacrifici umani.

Una delle più crudeli usanze di queste tribù era quella di tagliare la testa ai nemici e poi rimpicciolirla per usarla come oggetto ornamentale, da esporre sulla porta della capanna, modestissima dimora del guerriero che aveva ottenuto codesto trofeo.

Da essi viene praticata la poligamia, essendo tenute le femmine in posizione subordinata al maschio, come si usa nella stragrande maggioranza delle culture orchesche. I loro metodi di combattimento erano piuttosto primitivi: lance, giavellotti, frecce lanciate con cerbottane, clave e asce con la lama di pietra. Non conoscevano i metalli.

Nel corso della loro evoluzione, una nuova stirpe si generò da quella primigenia, più forte e robusta, alla quale venne dato il nome di "Grandi Orchi dell'Est" per distinguerli dalle altre due sottospecie continentali. Alcuni li chiamano anche "Ogres dell'Est".

Gli Ogres di Nihon riuscirono ad addomesticare le grandi Tigri dai denti a sciabola che numerose vivevano nelle giungle che ricoprivano la parte meridionale della penisola, mentre le montagne erano l'incontrastato dominio dei grandi Orsi Bruni, molti dei quali caratterizzati dal tipico collare bianco sotto il mento.

La guerra tra i Goyukaj ed i Nihon.

Alcuni gruppi di Goyukaj, che si erano spinti per un viaggio di esplorazione fino alla penisola di Nihon, erano tornati a Izumo con la notizia che quella parte di Yamato era abitata da una moltitudine di Orchi.

Per ordine del re Sukuma-Biko, i Goyukaj organizzarono un forte esercito e si misero in marcia verso la penisola di Nihon. Per organizzare tale spedizione essi avevano bisogno di molti carri e macchine da guerra, così fu per essi necessario procedere all'abbattimento di molti alberi delle belle foreste degli Elfi. Prima che gli Unai potessero reagire a tale intollerabile affronto, la maggior parte dei Nani di Izumo era già lontana, diretta verso Nihon. Gli Unai vendicarono l'affronto sfogando la loro rabbia sui pochi Nani che erano rimasti a guardia della città di Izumo, che vennero senza pietà sterminati dal primo all'ultimo.

Ignari di quanto era successo nella terra che avevano lasciato, i Goyukaj attraversarono l'istmo di Tsuyama e giunsero a Nihon. Guidati dal loro divino Re, iniziarono a combattere contro gli Orchi. Sebbene soverchianti quanto al numero ed alla forza fisica, i Nihon subirono molte disfatte ad opera dei Nani, strategicamente e tatticamente più abili dei loro primitivi avversari e molto meglio armati.

La guerra tra Orchi e Nani su Nihon imperversò per diversi decenni, con alterne vicende, terminando poi con il ritiro dei Nani, ai quali erano giunte richieste d'aiuto da parte dei loro fratelli rimasti in patria, i quali erano anch'essi stati coinvolti nella guerra scatenata dagli Unai a causa della distruzione delle loro foreste.

Per impedire che dopo la loro partenza i Nihon potessero a loro volta attraversare l'istmo di Tsuyama e invadere le altre terre del continente Yamato, i Goyukaj eressero un alto muro difensivo, il Vallo di Sukuma, così chiamato in onore al loro divino padre. Era una grande muraglia, intervallata da alte torri, che si snodava per tutta l'intera larghezza dell'istmo. Il Dio Sukuma-Biko rinforzò ulteriormente le difese evocando un potente incantesimo: la Nurikabe, che forma una gigantesca, invisibile parete che impediva il passaggio a chiunque. Se un Nihon vi si avvicinava, la Nurikabe gli si manifestava con l'aspetto di un gigantesco muro di pietra. Sukuma-Biko insegnò una forma meno potente di codesto incantesimo ai maghi dei Goyukaj, i quali da allora se ne servirono anche in battaglia.

Assicuratisi così che i Nihon non avrebbero potuto seguirli, i Goyukaj comandati da Sukuma-Biko si misero in marcia per tornare nelle terre che avevano lasciato, da dove erano giunti i messaggeri che portavano accorati appelli di aiuto.

La guerra tra i Goyukay e gli Unai.

Era infatti successo che i Goyukaj delle montagne, sopravvissuti al primo grande sterminio della loro razza perpetrato dagli Elfi, erano poi alla fine riusciti, con molta fatica, a stipulare un trattato di pace con gli infuriati Unai. Col passare del tempo, però, cresciuti essi notevolmente di numero, avevano esteso i loro primitivi insediamenti montani ed avevano anch'essi iniziato a tagliare gli alberi delle belle foreste dove gli Unai vivevano, perché avevano bisogno del legname per le loro fonderie di metalli. Codesti Goyukaj, ritenendo di essere stati abbandonati dal loro divino Re (Sukuma-Biko) avevano a loro volta abbandonato la venerazione del loro padre divino (Susanoo) ed avevano preso ad adorare la dea del fuoco, Huchi, ritenendo che essa dimorasse dentro le viscere di un alto vulcano che essi chinavamo Huchihama (la montagna di Huchi).

Aveva così avuto inizio una lunga e sanguinosa guerra, alla quale poi si erano uniti anche i reduci della spedizione contro i Nihon, capeggiati dal re Sukuma-Biko.

Più agguerriti, numerosi e meglio armati degli Unai, e con l'aiuto del loro divino sovrano, i Goyukaj riuscirono sconfiggere ripetutamente gli Unai e ad occupare quasi tutto il continente (con la sola eccezione della penisola di Nihon rimasta nelle mani degli Orchi), relegando gli Elfi nei recessi più profondi delle foreste.

I vittoriosi Nani Goyukaj si spartirono tra loro le terre di Yamato, tranne le poche foreste che erano rimaste nelle mani degli Unai. Sukuma-Biko riprese il suo trono nel palazzo di Izumo, fatto ricostruire dalle fondamenta perché gli Unai l'avevano raso al suolo assieme a tutti gli altri edifici della città dei Nani. Il nome "Wa" venne esteso all'intero continente Yamato, in quanto ora esso apparteneva quasi interamente ai Nani.

Tutto sembrava essere tornato a posto, almeno per loro, ma i Kami non potevano tollerare che gli Unai di Yamato venissero sterminati. Il dio Susanoo richiamò a sé il figlio e gli impose di stare lontano da Yamato. Sukuma-Biko fu costretto ad ubbidire.

Abbandonati dal loro divino sovrano, i capi dei clan dei Nani iniziarono prima a bisticciare tra di loro e poi a combattersi atrocemente per la nomina di uno di loro quale nuovo Re. Un nuovo lungo conflitto imperversò sul continente Yamato, arrecando ulteriori lutti e devastazioni.

Gli Yao: una Etnia di Uomini nata su Mu.

Gli Yao sono degli Uomini appartenenti ad una etnia che avrebbe avuto origine anch'essa, come gli Unai, sul mitico continente Mu. A codesti Uomini gli Elfi avevano dato il nome di Etamihet (Uomini Orientali), mentre essi, nella loro antica lingua, si chiamavano Mu Han.

Mu era ricca di vegetazione tropicale, fiumi, laghi e grandi animali antidiluviani. Era una sorta di grande giardino dell'Eden. Nel mito di questo popolo si ricorda l'eroe Ho-Mua: un grande capo guerriero che condusse la propria gente verso nuove terre situate molto più a nord. Codesta migrazione sarebbe stata causata da un grande conflitto scoppiato sul continente Mu tra i vari popoli che lo abitavano, che causò gravi devastazioni e massacri al popolo dei Mu Han. Codesta terribile guerra sarebbe stata causata dagli Elfi Oscuri che erano i Signori dei Draghi, che forti dell'aiuto loro dato da codeste grande creature, avevano iniziato un vero e proprio genocidio ai danni degli altri popoli muani. Contro di essi si erano levati gli Elfi Luminosi, i quali anch'essi avevano al loro servizio analoghe creature. Codesto conflitto viene ricordato negli antichi testi come "la Guerra dei Signori dei Draghi". Si narra anche che essa sarebbe stata infine vinta dagli Elfi Luminosi di Mu, aiutati da alcuni degli Dei dell'oriente, tra i quali vi erano anche Amaterasu e suo fratello Susanoo.

Mentre la "Guerra dei Signori dei Draghi" imperversava su Mu, alcuni gruppi di Mu Han abbandonarono le loro terre e cercarono salvezza avventurandosi per mare verso le coste di quello che poi sarebbe diventato l'attuale continente Muhr, dove già in tempi precedenti i Mu Han avevano fondato delle colonie. Un altro folto gruppo di transfughi, guidato da Ho-Mua e dai sacerdoti-maghi Nakal, si era invece diretto, sempre per mare, verso nord-ovest, con l'intenzione di raggiungere il continente Yamato. Giunti però quasi in vista della costa, un forte vento di tempesta riportò le navi al largo, spingendole a settentrione, verso le coste dello Yangharheim. Essi approdarono nella regione dello Jinistan, che a quell'epoca era ancora del tutto disabitata, compresa tra il Khatay occupato dagli Hobgoblins e Goblins, e lo Zawyristan dove vivevano delle tribù di altri Uomini, gli Yu. Codesti Yu erano giunti nello Yangharheim alcuni secoli prima, provenendo dal continente Andhra attraverso l'istmo di Berenth. Sulla loro origine vi sono varie ipotesi, una delle quali asserisce che anch'essi sarebbero originari del continente Mu, appartenenti allo stesso ceppo etnico dei Mu Han; avrebbero raggiunto Andhra quasi mille anni prima e poi da lì si sarebbero spostati nello Yangharheim, insediandosi quindi nella regione dello Zawyristan. In base a tale teoria, gli Yu ed i Mu Han sarebbero stati dei lontani parenti.

Dopo essersi insediati nella regione dove erano sbarcati, nei secoli successivi gruppi di Mu-Han si spinsero prima a sud, nel Shuntang, quindi verso occidente, nel Muytang, tenendosi sempre nella fascia territoriale compresa tra le terre degli Yu e quelle occupate dagli Hobgoblins e Goblins. Nella loro lenta ma costante espansione verso sud-ovest, durata diversi decenni, i Mu Han raggiunsero infine la regione del Sinkyang e lì edificarono una grande, bella città, alla quale venne dato il nome di Khorakot. A quell'epoca il Sinkyang era una verdeggiante, vastissima vallata attraversata da numerosi corsi d'acqua che si gettavano in un vastissimo lago, grande quanto un mare interno, che si trovava dove oggi si estende l'arida steppa dell'Ordhos. Ai nostri giorni, invece, tale regione è diventata un arido ed inospitale deserto, così trasformatosi a causa degli sconvolgimenti climatici derivati dallo spostamento dell'asse terreste che, alcuni millenni dopo i fatti prima narrati, pose fine alla terribile "Guerra delle Nere Legioni".

Nei secoli successivi, i Mu-Han arrivati su Yanghar formarono un grande e potente impero, il cui territorio andava dal Sinkinag fino alle regioni costiere dello Jinistan e del Shuntang, e la cui capitale era la città di Khorakot. Come si trova narrato nel libro dell'esercito degli Yao, gli abitanti di codesto impero si mescolarono poi con gli Yu che abitavano a nord del loro territorio. L'incontro tra codesti due popoli non fu sempre del tutto pacifico. I Mu Han erano più progrediti ed anche più numerosi degli Yu, ma meno agguerriti e molto meno feroci di questi, i quali erano abilissimi cavalieri e arcieri. Dopo aver cercato di opporre una strenua resistenza, alla fine codesti Mu Han furono sconfitti ed assoggettati dai più feroci e primitivi Yu. Molti furono i Mu Han uccisi e molte le loro donne prese contro la loro volontà dagli Yu.

Per sfuggire agli Yu, un gruppo di Mu Han trovò scampo imbarcandosi su molte navi che, navigando in prossimità della costa dello Yangharheim, scesero verso sud finché approdarono sulla penisola di Yang-Xu che a quell'epoca era ancora del tutto disabitata. Essi si insediarono in quella terra, alla quale diedero il nome di Hangmu, la terra dei Mu Han.

Fu così che nelle terre che facevano parte dell'Impero dei Mu Han, dalle unioni di essi con gli Yu ebbero origine gli Yao, una nuova etnia ed un nuovo popolo dominato da una casta guerriera che discendeva dai più rozzi Yu, alla quale si affiancava, apparentemente in subordine, una potentissima casta di sacerdoti e maghi che discendeva dai Nakal, i santoni dei Mu Han. La base della popolazione era formata dai discendenti dei Mu Han sottomessi e dai mezzosangue nati da genitori appartenenti alle due razze.

Un nuovo impero, quello degli Yao, prese possesso definitivo delle terre che già erano appartenute ai Mu-Han. Col tempo, i componenti della casta dei Nakal ripresero il loro posto preminente nella società degli Yao, riuscendo a dominare anche la casta dei Guerrieri, formata in larga maggioranza dai discendenti degli Yu, che col tempo si erano civilizzati ed avevano adottato i costumi più raffinati del popolo che i loro avi avevano soggiogato.

Gli Yao (Uomini dell'Est) giungono su Yamato.

Per porre fine alle lotte scoppiate su Yamato tra molti clan dei Goyukaj, e per impedire che gli Unai venissero totalmente sterminati, la dea del sole Amaterasu decise di intervenire per riunificare e riappacificare la terra di Yamato. Accompagnata da un gruppo di Elfi Luminosi e di Elfi Alti originari anch'essi di Mu, la Dea del sole si recò sul continente Yanghar presso gli Yao, che nel frattempo erano aumentati di numero e la veneravano come divinità del sole, perché così era stato loro insegnato dai Nakal. Facendosi riconoscere, la Dea convinse l'Imperatore degli Yao di mettere a sua disposizione un esercito formato dai suoi più forti e valorosi guerrieri.

Fu così che venne formata una grande armata di Yao, alla quale si unì anche quel piccolo gruppo di Elfi Luminosi e di Elfi Alti originari di MU, giunti nello Yangharheim assieme alla Dea. A capo dell'esercito venne posto il dio Ninigi, nipote di Amaterasu, coadiuvato dal proprio figlio Jinmu. Partendo dalla costa dello Yangharheim, la grande flotta che trasportava l'esercito di Ninigi si diresse verso la parte centrale di Yamato. Dopo essere sbarcati ingaggiarono battaglia con un numeroso esercito di Goyukaj agli ordini del signore del posto, Nagatsune.

Gli Yao non erano preparati ad affrontare un esercito che basava la propria potenza sulle armi da fuoco.

La battaglia andò a favore dei Goyukaj. Ninigi fu costretto a ritirarsi, portando il proprio esercito al riparo di una foresta. I Goyukaj, sentendosi sicuri della vittoria, non li seguirono e tornarono nella loro città. Durante la notte, si presentarono a Ninigi dei messaggeri degli Unai con la notizia che il popolo delle foreste avrebbe affiancato gli Yao contro i Goyukaj. Due giorni dopo vi fu l'incontro tra Ninigi, Jinmu ed i capi degli Unai, i quali discendevano dall'altro figlio di Ninigi, Hoori., Con gli Unai giunse anche l'inaspettato aiuto del drago Yatagarasu.

Con questi rinforzi, Ninigi e Jinmu guidarono nuovamente il loro esercito contro i Goyukaj. Si svolse un'altra grande battaglia e questa volta la vittoria arrise ai nipoti di Amaterasu ed ai loro alleati.

Una settimana dopo, gli Yao e gli Unai sconfissero un secondo esercito di Goyukaj che era andato loro incontro. Il comandante dei Goyukaj venne fatto prigioniero. Si chiamava Nigihayahi, e sosteneva di essere il nipote della dea del fuoco, Huchi. Egli accettò di sottomettersi ai nipoti di Amaterasu.

Ninigi e Jinmu decisero di costruire la loro residenza al centro della pianura di Kashiha-hara, dove si era svolta quella battaglia. Tra le condizioni di pace imposte ai Goyukaj vi fu anche quella che essi avrebbero fornito la mano d'opera necessaria per i lavori di edificazione della città di Yamato e dello splendido palazzo di Kashi-hara, che sarebbe stato edificato al centro della nuova capitale dell'omonimo continente

Nei mesi successivi, l'esercito di Ninigi e Jinmu percorse l'intero continente Yamato, sottomettendo od eliminando tutti i Goyukaj della numerosa progenie di Susanoo che non riconoscevano la loro supremazia e uccidendo senza pietà i Nani che si opponevano alla loro avanzata.

In meno di un anno, gli Uomini e gli Elfi agli ordini di Ninigi e Jinmu riuscirono ad impadronirsi dell'intero continente, esclusa naturalmente la penisola di Nihon. La maggior parte dei Goyukaj venne relegata nel nord, nella regione che prese il nome di Ainor.

Terminata la guerra, con la stipula di un nuovo e definitivo trattato di pace tra le tre razze, il dio Ninigi lasciò il figlio Jinmu a governare la terra di Yamato, e fu così che questi divenne il primo imperatore della dinastia che prese il nome di Yamato ed il titolo di Tenno (imperatore). Jimmu fu il sovrano assoluto della terra di Yamato, riconosciuto da tutti i capi delle tre etnie.

Per successivi mille anni, sotto la guida dei Tenno della dinastia Yamato (i discendenti di Jinmu), gli Uomini, i Nani e gli Elfi delle isole del Sol Levante, riappacificati, prosperarono in pace ed armonia.

La tentata invasione di Yamato da parte degli Hobgoblin.

Il lungo periodo di pace venne bruscamente interrotto dal tentativo di invasione di Yamato da parte degli Hobgoblin dell'Impero del Khatay. Alcuni decenni prima, gli Hobgoblin ed i loro sudditi Goblin erano riusciti a liberare il loro paese dagli Orchi che l'avevano invaso ed occupato da un paio di secoli. La vittoriosa guerra contro gli Orchi aveva reso ancora più forti e determinati i prodi guerrieri Hobgoblin che costituivano la superba casta guerriera di codeste terre.

Il nuovo Imperatore degli Hobgoblin volse il suo vorace sguardo verso la terra di Yamato. Venne inviato un messaggero al sovrano di Yamato, con l'ingiunzione che egli avrebbe dovuto dichiarasi vassallo dell'Imperatore del Khatay e avrebbe dovuto pagare una ingente somma in oro quale tassa annuale.

La risposta dell'Imperatore degli Yao di Yamato fu quella di rimandare al suo pari grado Hobgoblin le teste degli ambasciatori goblins che avevano avuto la sventura di essere incaricati a portare quell'ingiunzione.

La collera dell'Imperatore Hobgoblin fu enorme. Immediatamente diede ordine che si approntasse una flotta e che l'esercito si preparasse ad invadere la terra di Yamato.

In pochi mesi la spedizione fu pronta. Un grande esercito prese imbarco su una moltitudine di grandi navi appositamente costruite, le più grandi che si fossero mai viste navigare in quei mari.

Gli Yao, i Goyukaj e gli Unai videro con terrore codesta grande flotta avvicinarsi alla costa. Il punto individuato dal Grande Ammiraglio degli Hobgoblin per lo sbarco si trovava nel settore meridionale di Yamato, a nord dell'istmo di Tsuyama , dove vi era un'amplissima insenatura adatta a contenere l'immensa flotta da guerra.

Non si era mai vista una flotta di tali dimensioni.

Gli Hobgoblin non avevano però fatto i conti con gli Dei che proteggevano la terra di Yamato.

Il dio Susanoo, Signore delle Tempeste, chiamò a sé i due ex demoni Raijin (demone-dio del tuono) e Fujin (demone-dio del vento), affinché lo aiutassero ad evocare un potente incantesimo col quale intendeva spazzare via la flotta degli invasori. Codeste divinità erano state in precedenza dei Demoni che si erano molte volte opposti agli Dei. Essi erano conosciuti con i nomi Leigong e Fengshen dagli Yao del continente. Il grande dio Izanagi ordinò di catturarli. Dopo una dura battaglia fra i due demoni e trentatré dei, i due furono catturati e convertiti al Bene. Da allora essi furono affidati al dio Susanoo affinché li controllasse e. all'occorrenza, se ne servisse.

Così fu fatto.

Susanoo, aiutato da Raijin e da Fujin, evocò l'incantesimo "Kamikaze" ("Vento Divino") e una terribile, terrificante tempesta si abbatté sulle navi degli Hobgoblin che si accingevano ad entrare nella baia ove avevano intenzione di gettare le ancore.

In pochi istanti, la grande flotta venne dispersa e quasi tutte le navi colarono a picco assieme alla moltitudine di soldati che trasportavano. Per le armi che imbracciavano e le pesanti armature che li proteggevano, non vi fu alcuna possibilità di scampo per centinaia di migliaia di guerrieri Hobgoblin. Con essi perirono anche quasi tutti i guerrieri ed i marinai Goblin che li accompagnavano.

I pochissimi che riuscirono a raggiungere a nuoto la riva, vennero passati per le armi dagli Yao e dai Goyukaj e Unai, che in tale occasione si erano schierati al loro fianco.

La distruzione dell'immensa flotta e di quella altrettanto numerosa armata ebbe disastrose conseguenze, per gli Hobgoblin, anche sul continente, dove nel frattempo la situazione di equilibrio che si era creata tra essi e gli Yao era giunta ad un irreversibile punto di rottura.

Alcuni secoli prima, a seguito della morte dell'Imperatore senza eredi maschi, le tribù degli Yao avevano dato vita alle due confederazioni degli Shang e degli Xang. I primi avevano mantenuto il controllo del Sinkyang e della capitale Khorakot. Gli Xang invece si erano spartiti le altre terre (Jinistan, Shuntang e Muyang).

Per molti anni le tribù degli Shang e degli Xang si erano combattute tra di loro per la supremazia, tanto che tale periodo viene ricordato come quello delle "Tribù Combattenti". Gli Hobgoblin avevano partecipato a codesta contesa, a volte al fianco degli Shang, altre a sostegno degli Xang.

Dopo alcuni ferocissimi e sanguinosissimi scontri, gli Shang riuscirono a strappare agli Hobgoblin ed ai Goblin una parte notevole delle terre del Khatay, mentre le tribù degli Xang, rimaste nelle loro terre a nord, crearono i quattro regni dei Qing (nel Muyang), dei Sung (nel Shuntang), dei Thang e dei Wang (nel Jinistan Occidentale). Nel Jinistan Orientale si formò il Regno dei Jings, costituito da varie tribù di Jurkhen, dei Barbari del nord imparentati con gli Yu. Alcune tribù appartenenti ad entrambe le etnie Shang e Xang, postesi agli ordini di un altro clan di Yu sceso dal nord assieme a dei mercenari Jurkhen a compiere una razzia, si unirono e, dopo aver assunto il nome di Ming, occuparono una vasta regione che si estendeva più a sud, compresa tra i monti Sinken (che la separavano dal Sinkiang) ed il confine del Khatay. Gli Hobgoblin ed i loro sudditi Goblin, ripetutamente sconfitto e quasi sterminati dagli Shang, dovettero ritirarsi dal Khatay e trovare rifugio tra i loro confratelli nelle terre del sud. Una parte di essi si trasferì nella penisola del Syham.

L'invasione degli Elfi Oscuri e dei Demoni: la guerra degli Oni.

All'epoca in cui l'imperatore Keiko, un discendente di Jinmu, regnava sul Mikado, scoppiò il conflitto che viene ricordato come la Guerra dei Sette Oscuri Signori (detta anche Guerra delle Nere Legioni), che devastò l'intero pianeta Naran.

Le prime avvisaglie del conflitto si ebbero quando un principe elfo oscuro, Yoritaka, discepolo del demone AIJUKAL, giunse con una poderosa flotta in vista delle coste di Yamato. Ad affiancare gli Elfi Oscuri, che vennero chiamati RIM dagli abitanti di Yamato, dopo che essi furono sbarcati sull'isola centrale, sorsero dalle viscere della terra anche torme di Demoni, scaturiti dal regno infernale Yomo-No-Kumi, dove regna il malvagio dio Mikaboshi, uno dei vassalli di Yama, signore della Morte ed Imperatore del Male, supremo sovrano dei regni degli inferi dell'Est. Yama era proprio uno dei Sette Oscuri Signori e con i suoi demoniaci vassalli si era schierato con le Legioni Nere nella guerra scatenata contro le forze della Luce.

Durante questa guerra si mise in luce il figlio dell'Imperatore, il principe Yamato Takeru, il quale diede prova del suo coraggio e valore in diverse occasioni, sia durante le numerose battaglie alle quali partecipò al fianco del padre, sia in svariate solitarie avventurose cacce ai Demoni alle quali si applicava con grande fervore. Egli morì eroicamente combattendo contro un enorme drago che aveva il comando di un esercito di Demoni. Fu un duello memorabile, che vide alla fine cadere entrambi i duellanti, reciprocamente colpiti a morte dai colpi dell'avversario. Per le sue eroiche imprese, Yamato Takero venne accolto su Tokoyo-no-Kuni, l'isola dei Beati, che gli Dei avrebbero poi protetto dalla furia delle acque, preservandola del tutto integra essendo destinata ad accogliere gli Eroi del Mikado.

La terribile, devastante guerra imperversò per più di un secolo sulle isole del Sol Levante, coinvolgendo tutti gli abitanti, compresi i Nani e gli Elfi che affiancarono gli Uomini che si erano schierati dalla parte degli Dei della Luce, opponendosi a quelli che con i Demoni combattevano per far prevalere le forze del Male. Al fianco di Elfi Oscuri e Demoni combattevano anche i moltissimi Nihon che vivevano sull'omonima penisola.

Il disastroso conflitto mondiale giunse a termine con il grande Diluvio Universale provocato dalla caduta dell'asteroide che gli Dei della Luce scagliarono su Naran. L'immane urto fece cambiare l'inclinazione dell'asse planetario. Seguirono fortissimi sconquassi sopra e sotto la crosta terrestre, con forti terremoti e maremoti ed eruzioni di vulcani. I tre continenti Aztland, Lemuria e Mu scomparvero per sempre, sommersi dalle acque degli oceani. Quello che emerse dall'immane catastrofe fu un nuovo pianeta, che per due intere rivoluzioni attorno al sole Akhamar rimase coperto da una fitta coltre di nubi, in quello che viene ricordato come il lungo inverno Finbul.

Ainor, Mikado, Cipango, Enoshima e Orkinava:

le Isole del Sol Levante.

L'innalzamento generale delle acque degli oceani e dei mari sommerse una vasta estensione del continente Yamato. La restante parte di terra emersa formò cinque grandi isole: Ainor, Mikado, Cipango, Enoshima e Orkinava, quest'ultima situata più a sud rispetto alle altre tre; essa si trova nella posizione precedentemente occupata dalla penisola di Nihon della quale costituiva la parte più elevata. Ancora più ad oriente, dalle cime di montagne che un tempo sorgevano su Yamato, si formarono le isole che oggi costituiscono l'arcipelago delle Loanag, mentre a sud di esse, dalle profondità dell'oceano, a seguito di titaniche eruzioni vulcaniche, sorsero le isole che ora formano l'arcipelago delle Isole delle Spezie.

Le isole di Ainor, Mikado, Cipango ed Enoshima formano un arcipelago che ha preso il nome dell'isola maggiore, vale a dire Mikado. Ai nostri giorni, è abitudine nominare il Mikado per indicare l'intero arcipelago.

Quando finalmente il sole tornò a riscaldare ed illuminare la superficie, i pochi sopravvissuti sulle terre che non erano state sommerse dalle acque iniziarono a riedificare le città ed i villaggi, quasi tutti distrutti dalle furie scatenate della natura. A poco a poco, le genti di Naran tornarono a vivere e prosperare.

Non tutte le creature malvagie erano state estirpate dal pianeta. Molte di esse erano riuscite a sopravvivere nelle cavità del sottosuolo, da dove nuovamente uscirono per cibarsi degli Uomini, degli Elfi, dei Nani e delle altre creature appartenenti alla fazione del Bene.

Fu così necessario, anche per gli Uomini, Elfi e Nani del Mikado, riprendere le armi per salvaguardare la loro esistenza ed i loro beni. Ebbe così inizio una nuova, lunga, devastante guerra, che ebbe fine quando, in una sanguinosa, ultima decisiva battaglia, caddero gli ultimi Demoni ed Elfi Oscuri che erano sopravvissuti ai precedenti scontri. La fazione vittoriosa, interamente formata da Uomini, Elfi e Nani rimasti fedeli agli Dei del Bene, percorse le tre isole del Mikado, uccidendo tutti gli Elfi Oscuri, Orchi e Demoni che incontrava.

Alla fine del grande massacro, conclusosi con un vero e proprio genocidio, sulle tre isole maggiori che formano l'arcipelago del Mikado, non era rimasto un solo Elfo Oscuro o un solo Demone.

I Demoni vennero infine tutti relegati nei loro regni infernali sotterranei, i cui accessi vennero sigillati da potenti incantesimi. I Nihon, sebbene decimati, in numero discreto sopravvissero sulla loro grande isola di Orkinava, così come gli Elfi Sinistri conservarono il loro dominio sulle isole delle Spezie ed i Rim (Elfi Oscuri) mantennero la loro sovranità sulle isole dell'arcipelago delle Loanag.

La guerra contro i Mu Han di Yang-Xu.

Il primo sovrano della nuova era viene anche ricordato come l'ultimo discendente dei grandi mitici imperatori dell'epoca antidiluviana, gli Yamato. Il suo nome era Ojin. Egli era il figlio dell'imperatore Chuai e dell'imperatrice Jingo. Secondo le prime, antiche cronache del Mikado, Ojin fu portato nel grembo di sua madre, mentre lei era a capo dell'esercito del Mikado, per tutta la durata della campagna di guerra contro uno dei due regni del paese dei Mu Han, che si spartivano la penisola di Yang-Xu., una parte della quale, quella centro-occidentale, era stata occupata dalle truppe dell'esercito imperiale degli Shang e formava una ricca provincia del Khatay col nome di Lo-Lang. La rimanente parte della penisola era divisa tra il Regno di Konshan ( a nord) e quello di Hanguk (a sud). Capitale del primo regno era la città di Namhang, sul fiume Huang-He che attraversa da nord a sud la parte settentrionale della penisola. La capitale del regno del sud era la città di Anynang, sul fiume Hanyang.

La guerra era stata causata dai continui assalti dei Pirati del Mar Giallo, provenienti dalle coste del regno meridionale, Hanguk, contro i villaggi costieri del Mikado. Per reprimere una volta per tutte codeste incursioni, l'imperatore Chuai dichiarò guerra al Regno di Hanguk, il cui sovrano appoggiava i pirati, dai quali riceveva parte del bottino quale compenso per tale protezione. Durante una battaglia navale l'imperatore Chai venne ferito a morte e qualche giorno dopo essere tornato nella sua reggia, morì. Sua moglie, che come si è detto attendeva un figlio, prese il posto del marito a capo dell'esercito e portò la guerra nel territorio nemico.

Il Regno meridionale degli Han venne sconfitto e una parte del suo territorio, quella occidentale, occupata dalle truppe del Mikado. L'imperatrice Jingo fece edificare diversi castelli nel territorio conquistato, per meglio controllare codesta nuova provincia che venne denominata Minamo. I Samurai dell'Impero del Mikado si trovarono a confinare anche con la provincia di Lo-Lang che faceva parte del potente Impero degli Shang del Khatay. Il sovrano di Hanguk fece trasferire la sua capitale dalla città di Anynang, a quella di Kionang, sulla costa dell'oceano, in quanto la prima ora si veniva a trovare proprio sul confine con la provincia occupata dai Samurai, costituito dal fiume Hanyang. Le truppe del Mikado occuparono anche l'isola di Tzushima, strategicamente molto importante, dove in precedenza vi era il covo del gruppo più forte dei Pirati del Mar Giallo.

Salito al trono imperiale quando ebbe raggiunta la maggiore età, Ojin diventò lo strenuo difensore dei popoli del Mikado. Egli combatté numerose battaglie, sempre risultando il vincitore, contro gli eserciti del Regno del nord, Konshan, quello del sud, Hanguk, ed anche contro quelli degli Shang, che in più occasioni avevano cercato di estendere i loro domini anche sulla provincia di Minamo. Dopo aver subito molte sconfitte, i Re di Konshan e di Hanguk e l'Imperatore del Khatay accettarono di firmare un trattato di pace che sanciva definitivamente i confini tra i quattro stati che si spartivano la penisola di Yang-Xu.

Dopo aver assicurato la stabilità delle sua conquiste nella penisola di Yang-Xu, Ojin compì numerose altre imprese, quasi al pari del suo mitico antenato Yamato Takero. Come questi, anche Ojin uccise numerosi Draghi e compì una memorabile spedizione contro le Isole dei Giganti, per punire codeste creature che avevano osato assalire alcuni villaggi costieri del Mikado. Divenne un personaggio leggendario, al punto che si diceva che egli in realtà non fosse il figlio dell'imperatore Chuai, bensì di un drago che, assumendo forma e dimensioni umane, si era congiunto con sua madre mentre l'Imperatore era lontano per la guerra contro i Pirati.

Ad avvalorare codesta tesi, si trova scritto nelle antiche pergamene che Ojin, dopo aver raggiunto il compimento della sua vita terrena, si sia ritirato sull'isola degli Dei, Onogaro-Shima. Egli venne divinizzato dai Sacerdoti umani del Mikado, che lo identificarono col dio Hachiman, signore della guerra, ed imposero la sua venerazione agli Uomini del Mikado. A lui venne dedicato un grande santuario nella città di Okura, con uno stupendo tempio ed una alta pagoda, il primo dei molti che poi vennero edificati in suo onore. Egli divenne il dio patrono dei Samurai ed il protettore delle più importanti famiglie degli Shogun, le quali tutte, per darsi importanza, sostenevano di avere un avo che discendeva dalla divina famiglia degli Yamato.

Quale segno tangibile di codesta discendenza divina, gli Shogun sostengono che la loro spada sia la Kamayari, la sacra spada di Ojin-Achiman. Il primo ad averla in dono fu Fujiwara, capostipite di una delle più importanti famiglie che dominò il Mikado per diversi secoli della Nuova Era.

Le guerre del Mikado.

La guerra contro Demoni, Orchi ed Elfi Oscuri lasciò uno strascico di rancori e di malvagità anche presso i vincitori. Alcuni secoli dopo la dipartita dell'Imperatore Ojin, scoppiò una nuova guerra tra i popoli che avevano pur fatto parte della stessa alleanza durante la Guerra delle Nere legioni, tutti appartenenti alla medesima fazione del Bene. La colpa viene data ad uno Shogun umano che scatenò una vera e propria caccia di sterminio contro tutti i Nani e gli Elfi. La cosa degenerò a seguito delle rappresaglie di questi contro gli Uomini che osavano addentrarsi nei loro domini o anche solo vi si avvicinavano.

Il conflitto tra Yao, Goyukaj e Unai degenerò anche per motivi religiosi, coinvolgendo le molte sette religiose di Monaci-Guerrieri che appartenevano ai tre diversi gruppi razziali.

Dopo un altro lungo, tormentato periodo di guerra civile tra i vari clan degli Uomini, Elfi e Nani, non essendo nessuno dei contendenti riuscito a vincere, venne firmato un trattato di pace che sanciva le conquiste fin lì effettuate da ognuna di codeste etnie.

Gli Uomini ottennero il quasi completo dominio sulle due grandi isole di Mikado e di Cipango e sulle piccole isole che si trovano vicine ad esse, con la sola esclusione di alcune foreste, lasciate agli Elfi, ed alcune zone di alta montagna, il cui possesso venne riconosciuto ai Nani che vi avevano scavato le loro dimore sotterranee.

La terza grande isola di Ainor venne spartita equamente tra le tre stirpi: agli Uomini le pianure e le colline, ai Nani le montagne ed agli Elfi le foreste. La quarta isola, Inoshima, rimase di esclusiva proprietà degli Yayoi, i discendenti di quel gruppo di Elfi Luminosi ed Elfi Alti che arrivarono su Yamato al seguito dei nipoti di Amaterasu.

Le guerre degli Shogun.

Nei loro domini, gli Uomini si spartirono i territori, che vennero così divisi in una moltitudine di principati di varie dimensioni. I capi di questi piccoli regni presero il titolo di "Shogun", che in origine era riservato all'ufficiale di più alto grado dell'esercito. Tale titolo era infatti l'abbreviazione di "sei-i-taishogun", che significa "grande generale che sottomette i Barbari", dove per "Barbari" si intendeva tutti quelli che non fossero degli Yao e, in generale, qualsiasi nemico.

Il passaggio dal dominio dell'Imperatore a quello degli Shogun avvenne ad opera del clan Fujiwara , il cui capostipite, Nakatomi, aveva assunto la reggenza assumendo il titolo di Sekkan ("Reggente"), di Kanpaku (Primo Consigliere) e di Shogun (Comandante in Capo dell'esercito). Questo era stato possibile perché l'Imperatore Kotoku era morto lasciando un erede, Tenji, in ancora giovane età, quindi non ancora in grado di esercitare il potere imperiale in prima persona.

Negli anni che seguirono, la famiglia Fujiwara riuscì a conservare la posizione ed i titoli connessi alla carica di Shogun, dando le proprie figlie in mogli ai giovani Imperatori, che così poteva controllare meglio. Il titolo di Shogun divenne quindi ereditario e cominciò a designare il Capo di un tipo di governo militare, il "Bakufo", che di fatto era il vero dominatore del Mikado, essendo stato l'Imperatore relegato in una posizione e funzione meramente rappresentativa, senza più alcuna autorità effettiva.

Con le successive Reggenze, l'autorità dei Fujiwara superò quella degli imperatori, che esautorati del loro potere divennero dei fantocci nelle mani degli Shogun Imperiali. Lo shogun Michinaga fu nonno di tre imperatori, padre di sei tra imperatrici e consorti imperiali, e nonno di altre sette consorti imperiali; Michinaga fu così potente da poter decidere sulla successione imperiale, e gli affari di stato erano discussi nel consiglio del clan Fujiwara anziché a corte.

Col passare del tempo, la numerosa famiglia dei Fujiwara si divise in vari rami, uno dei quali, gli Hokke, avevano ereditato vaste terre nel nord di Mikado, tanto da essere quasi considerati un altro clan.

Su pressioni dello Shogun, il nipote di Tenji, Kammu abolì la coscrizione obbligatoria, dando così origine a una classe militare di guerrieri professionisti, i Bushi. Il potere militare conseguentemente passò nelle mani dei clan più potenti e più ricchi, che avevano i mezzi per assoldare dei Samurai al loro esclusivo servizio. Tra codeste famiglie nobili quelle che assunsero più potere, oltre al clan Fujiwara, furono i clan Takibana, Taira, Minamoto e Hokke. Questi clan si resero sempre più indipendenti dall'autorità dello Shogun Imperiale e, conseguentemente, anche da quella dell'Imperatore. Le amministrazioni dei clan divennero istituzioni amministrative para-statali. I Capi dei Clan più potenti iniziarono a fregiarsi anch'essi del titolo di Shogun, inteso come "Generale", in quanto essi avevano dei veri e propri eserciti di Samurai ai loro ordini.

Il grande potere che essi avevano nelle proprie mani condusse ad una spaccatura nel clan dei Fujiwara, che divampò in varie dispute regionali tra i quattro rami della famiglia, in particolare tra quelli settentrionali (isola di Mikado) e quelli meridionali (isola di Cipango).

Codeste dispute, che sovente sfociavano in brevi ma cruente guerre, coinvolsero anche gli altri clan più potenti, alcuni dei quali si ribellavano al potere dello Shogun. Quando scoppiò una guerra tra il clan dei Taira e quello dei Minamoto per questioni di confine, il clan Fujiwara si spaccò in due: lo shogun Mikinori si schierò con i Taira, mentre suo cugino Nobuyori si alleò con il clan Minamoto.

La guerra si concluse a favore dei Taira, e poiché il clan Fujiwara si era ormai molto indebolito i Taira divennero il clan più potente del Paese, e conquistarono molte posizioni a corte precedentemente occupate dai Fujiwara. Il clan Minamoto, meno attirato dalla vita di corte, ebbe il tempo di riorganizzare le sue forze, e poco tempo dopo scatenò la guerra che è ricordata col nome di "Genpei", al termine della quale Minamoto no Yoritomo annientò i Taira, e ottenne di essere nominato Seii Taishōgun (Shogun Imperiale) dal giovane Imperatore Go-Toba, il quale era rimasto nel suo dorato palazzo ad aspettare l'esito di quello scontro.

Dopo l'insediamento di Yoritomo nel palazzo imperiale, i membri minori del suo clan divennero i nuovi nobili di corte, sostituendo così quelli appartenenti al clan dei Fujiwara. Molti di essi vennero nominati governatori delle Province e Generali e presero il tipolo di "Shugo".

Yoritomo riorganizzò l'Impero, imponendo alle altre famiglie nobili ed ai sudditi un nuovo sistema feudale, mediante l'assegnazione di feudi ("shoen") a quei clan che lo avevano riconosciuto come nuovo Shogun Imperiale, i cui capi così diventavano suoi vassalli, chiamati "Daymo"; a loro volta, questi assegnarono parte delle loro terre ai loro guerrieri (Bushi) più valorosi e fedeli, i quali erano molto ben addestrati nelle arti marziali. Fu così che dai Bushi ebbe origine la casta dei Samurai.

Ai nostri giorni la carica di Shogun Imperiale è ancora appannaggio dei componenti del clan dei Minamoto, il quale però, come era già successo ai Fujiwara, si è spezzettato in una moltitudine di clan che sovente entrano in conflitto tra di loro, i più importanti dei quali ora sono i seguenti: Ashikaga, Nikta, Takeda, Tada, Ota, Oda, Taki, Yamana, Satomi, Hosokana, Ashikaga, Imagana, Ishikawa, Ishibashi, Satake, Yamamoto, Hemi, Ogasawara, Yasuda, Takenouki, Hiraga.

I Samurai.

Il nome "Samurai" deriva dal verbo "servire" nella lingua degli Uomini del Mikado. La fedeltà assoluta ad un Daymo"Signore della guerra" oppure ad uno Shugo o allo Shogun è il cardine di comportamento di questi guerrieri, che precedentemente erano chiamati "Bushi".

Sebbene tutti i Samurai siano maestri nelle arti marziali, che comprendono le arti del combattimento con la lancia, della scherma e dell'arco, tra i Samurai si sono distinte due specialità: gli spadaccini e gli arcieri. I primi sono abilissimi con la "katana", l'affilatissima spada dei Samurai; i secondi sono maestri nella difficile arte dello "shagei" (che significa: "compiutezza nell'uso dell'arco") od anche "kyujutsu" (l'arte dell'arco), alla quale venne dato il nome di "kyudo" ("la via della freccia e dell'arco").

In caso di necessità, i Daymo, gli Shugo e gli Shogun arruolano per i loro eserciti anche dei contadini dei loro feudi, che vengono posti agli ordini dei Samurai. A questi contadini guerrieri viene dato il nome di Ashigaru.

Nakal e Yamabushi.

Assieme agli Yao che erano giunti nel Mikado vi erano anche dei Maghi, Indovini e Sacerdoti della casta dei Nikal, i quali curavano l'aspetto sacro, religioso ed arcano di quegli Uomini. Dopo che le isole furono pacificate dal dio Ninigi e dal di lui figlio Jinmu, i Nikal ebbero il permesso di iniziare a far edificare i loro templi, così come avevano già iniziato a fare nel Khatay i loro confratelli. I Nikal veneravano gli Dei che avevano creato la terra di Yamato ed in particolare la dea Amaterasu, così come facevano anche gli Unai giunti molto tempo prima e, con qualche differenziazione, anche i Goyukaj, per i quali il dio supremo era invece Susanoo, da essi ritenuto loro padre ancestrale.

Molte delle pratiche esoteriche dei Nakal sono basate sugli Elementali e sull'astrologia, pertanto tra i monaci dei loro templi un ruolo di spicco lo hanno i Maghi Elementali e gli Astrologi.

Col passare dei secoli, tra i Nakal si verificarono delle rotture derivanti da rivalità tra gli adepti dei templi, in particolare tra coloro che praticavano le regole misteriche legate agli Elementi. Da questo ebbero origine diverse sette religiose legate al culto di particolari tipi di loto:

  • Loto Rosso, collegato all'Elementale del Fuoco
  • Loto Bianco, collegato all'Elementale del Cielo
  • Loto Blu, collegato all'Elementale dell'Acqua
  • Loto Giallo, collegato all'Elementale della Terra

Nei templi dei Nakal i Monaci perfezionarono l'arte della forgiatura delle lame, ottenendo delle spade e delle lance-alabarde che non ebbero eguali in tutto Naran: le katane e le kaginata. Nei loro templi molti monaci erano anche degli abilissimi fabbri forgiatori, i più bravi dei quali ricevevano il titolo di Maestro Forgiatore.

Questa situazione perdurò fino al termine dell'era antidiluviana.

Dopo la fine del terribile inverno Finbul, giunsero nelle nuove isole del Mikado, emerse dall'immane cataclisma, iniziarono ad arrivare dal Khatay dei Monaci Tao-Lin. Inizialmente accolti con sospetto, vennero poi a poco a poco accettati, finché riuscirono ad entrare nei favori dell'Imperatore, dal quale ottennero il permesso di edificare i loro templi sulle montagne, così come era loro abitudine fare. Per tale motivo gli abitanti del Mikado diedero a codesti Tao-Lin il nome di Yamabushi. Termine formato da Yama=montagna e Bushi=monaco. Poiché i Tao-Lin, oltre a praticare le regole religiose ed arcane, erano anche degli abilissimi guerrieri, molto esperti nelle arti marziali, essi vennero anche chiamati Sohei, dalle parole So=sacerdote e Hei=guerriero, in quanto questi monaci sono anche dei guerrieri I Sacerdoti nella lingua del Mikado sono invece chiamati Kannushi, mentre ai fedeli che frequentano i templi si dà il nome di Monto.

I Tao-Lin che giunsero nel Mikado facevano parte di diverse sette e templi, secondo la divisione che vigeva tra di essi nel loro paese d'origine, così tali divisioni, con le conseguenti rivalità, si perpetuò anche nelle nuove terre. In più vi era anche l'ostilità dei Nakal nei confronti dei nuovi venuti. Da questo stato di cose si creò quella profonda divisione e aspra rivalità oggi esistente nell'Impero del Mikado tra i vari templi ai quali fanno capo le molte sette religiose che si spartiscono il potere arcano in questa regione di Naran.

In alcuni dei Templi Nakal hanno trovato rifugio e protezione dei clan di Ninjia, e naturalmente questo ha ulteriormente aggravato le ostilità tra Nakal e Yamabushi, perché questi, come i loro fratelli Tao-Lin del continente, sono acerrimi nemici dei Ninjia.

Una particolare setta degli Yamabushi è quella dei Monaci Ikko-Ikki, i cui componenti sono tra i più fanatici tra i Monaci-guerrieri, tanto da essere considerati dei veri e propri "Berserker".

Tra i Monto (Fedeli) che frequentano i templi dei Nakal e degli Yamabushi o anche tra coloro che vi prestano servizio permanente, si trovano a volte anche dei Samurai, in quanto alcuni templi, di una delle tante sette, sono di proprietà esclusiva di alcuni potenti Daymo, Shugo e persino dello Shogun.

Tra gli Yamabushi, uno dei più noti guerrieri-monaci è Benkei, dall'imponente statura, autore di molteplici imprese e vittoriose partecipazioni a diverse battaglie al fianco del suo amico, lo shogun Yoritomo. Un altro famosissimo moncao-guerriero Yamabushi è stato Tajima, soprannominato "il tagliatore di frecce" perché rimase in piedi, su un ponte, ad impedire il passo al nemico, difendendosi solo con la sua potente naginata, con la quale riuscì a spezzare a mezz'aria le frecce che gli venivano indirizzate dagli assalitori. Il suo nome è diventato un titolo onorifico, che viene concesso ad un Sohei che riesca ad imitarlo, intercettando con la sua naginata una freccia che gli venga scagliata da distanza abbastanza ravvicinata.

Pirati e Nihon: nuovi nemici e imprevedibili alleati.

Mentre era in corso la guerra civile degli Shogun, alla quale avevano partecipato anche i diversi templi delle due fedi religiose (Nakal e Yamabushi), un analogo conflitto era divampato tra gli Orchi dell'isola dei Nihon, che era poi terminato con la vittoria di Yeyasork, il quale era così diventato il nuovo padrone assoluto di Orkinava. Dopo aver pacificato la sua gente, Yeyasork aveva iniziato ad intrattenere amichevoli contatti ed a stipulare trattati di alleanza con gli Shogun umani del Mikado. Fu così che a poco a poco tra i vari principati del Mikado ed il Regno di Orkinava si stabilì un nuovo rapporto di alleanza ed amicizia, che diede notevoli vantaggi ad entrambi.

A seguito di codesti accordi, molti Nihon appartenenti alle famiglie che erano state sconfitte emigrarono sulle isole del Mikado, per mettersi al servizio degli Uomini come mercenari. Alcuni di essi, poi, ripresero il mare e partirono per il continente. Dove fondarono delle Compagnie di Ventura mercenarie.

Gli Shogun scoprirono, non senza iniziale sorpresa, che i Nihon non erano più quei selvaggi, orrendi mostri verdi che essi avevano avuto la sventura di conoscere durante la Guerra delle Nere Legioni. Quegli Orchi erano diventati degli abilissimi spadaccini, espertissimi nelle arti marziali che avevano appreso da Maestri appartenuti alla stirpe degli Hobgoblin. Dai loro Maestri Hobgoblin, i Nihon avevano anche appreso la disciplina ed un certo codice "morale", il che ne faceva delle fedelissime ed abilissime guardie del corpo, disposti a morire per il loro Signore.

Per contro, nuovi nemici erano comparsi a turbare il quieto vivere dei popoli del Mikado: i Pirati.

Da sempre, le acque dei mari che circondano le isole del Mikado sono state percorse dalle veloci, sfuggenti, micidiali navi da guerra degli Elfi Oscuri e degli Elfi Sinistri. Ad essi però, dopo la fine della guerra degli Shogun, si sono uniti anche molti Samurai rimasti privi del loro Signore o banditi dalle terre passate sotto il dominio di uno Shogun, di uno Shugo o di un Daymo nemico di quello del quale erano al servizio.

Alcuni di codesti Samurai rimasti senza padrone fecero nascere la casta di quelli che vengono chiamati "Ronin": degli avventurieri che vagano per le isole alla ricerca di un ingaggio come guardie del corpo o come sicari. Altri Samurai invece si unirono ai banditi che avevano iniziato a formare le prime bande umane di scorridori dei mari del Mikado. Dall'unione di questi gruppi misti di Samurai, ex Ashigaru e banditi sono nate le prime bande di pirati, ai quali nel Mikado si dà il nome di Kaizoku, che letteralmente significa "predatori dei mari". Gli Yao del continente invece, ai pirati del Mikado hanno dato il nome di Wako, che indicava il nome degli abitanti del Mikado in generale, derivato da quello di Wa, i Nani, i primi abitanti di queste isola che avessero avuto rapporti con gli Yao. I Wako hanno preso possesso delle numerose piccole isole che sorgono tra le altre tre maggiori, dalle quali partono con le loro veloci navi per compiere delle razzie lungo le coste, spingendosi sovente fino al continente. Uno dei capi pirati più famosi e terribili è Muratami Takeyoshi, il quale ha il suo covo in un castello che ha fatto edificare sull'isola di Noshima, un vero e proprio feudo governato da una famiglia di pirati.

Gli Unai.

La teoria più accreditata sulla loro origine ipotizza che gli Elfi antenati degli Unai, in tempi remoti e per ragioni oscure, si siano separati dal loro ceppo originario, forse provenienti dal poi scomparso continente Mu e siano giunti in epoca antidiluviana nella terra di Yamato. La teoria di codesta provenienza degli Unai sembra confermata dal fatto che il loro nome significa "mare lasciato indietro" o anche "mare antico". La presenza degli Unai in tempi remoti su Yamato è testimoniata dalla presenza sulle attuali isole di moltissimi toponimi che nella lingua degli Yao hanno un significato assurdo o senza senso, ma che lo assumono se vengono invece riportati a nomi e termini della lingua degli Unai. Quando gli Yao infatti presero definitivo possesso della terra di Yamato, non rinominarono i nomi di luogo precedentemente utilizzati dagli Unai, ma attribuirono loro degli ideogrammi che corrispondevano ai suoni dei nomi, pur avendo per essi significati completamente diversi.

Anche dopo la fine del lungo periodo di guerre che vide coinvolti gli Unai, i Goyukaj e gli Yao, ed ancora ai nostri giorni, gli Unai vengono visti dagli Uomini del Mikado con un certo timore e sospetto, anche perché avendo essi una vita lunghissima, agli occhi degli Yao, che invece sono mortali, appaiono quasi come esseri divini, o diabolici. Essi sono stati esiliati nelle foreste, luoghi che col tempo sono diventati praticamente inaccessibili agli altri abitanti del Mikado. Questo isolamento ha ulteriormente contribuiti a creare quell'aura di mistero che gravita attorno ad essi.

Gli Unai sono caratterizzati da un'epidermide bianchissima, occhi azzurri, totale assenza di peluria e barba, alta statura e figura snella ed elegante.

Da quel poco che si sa degli Unai, si ritiene che ancora oggi molti di essi abitino in piccole capanne costruite sui rami degli alberi più alti, oppure ai piedi degli stessi in capanne chiamate Kotan: nome che ricorderebbe quello della loro antica città che era stata edificata su Mu.

La loro società è organizzata in clan familiari e in tribù, a capo di ognuna delle quali vi è un capo detto Koor, il quale è incaricato nel far rispettare le leggi della comunità e si occupa di celebrare i riti religiosi, una sorta di Druido, figura che si ritrova tra gli Elfi Silvani dei regni occidentali. I giovani di entrambi i sessi, già all'età di 15 anni, diventano adulti.

Essi venerano i Kami, gli antichi Dei del pantheon orientale e sopra tutti la Dea Madre Amaterasu, legata al culto del Sole. Tale Dea veniva anche venerata dagli Yao che giunsero su Yamato, e questo favorì l'alleanza dei due popoli contro i Goyukaj, i quali invece ritenevano di essere i figli del dio Susanoo, fratello di Amaterasu.

Un'altra divinità molto venerata ed amata è la Dea dei fiori, Sengen, vale a dire Ko-no-Hana (come invece viene chiamata dagli Yao), la Signora della montagna sacra Fujiyama, la quale è anche la custode del Pozzo segreto dell'eterna giovinezza. La Dea vi fa bere l'acqua della vita eterna soltanto ai pochi Eroi che poi vengono accolti nell'isola di Tokoyo-no-Kuni. Il suo santuario si trova sulla cima della montagna Fujiyama, dove i Sacerdoti ed i Monaci che vi abitano per venerare la Dea, ogni giorno eseguono anche la cerimonia del saluto al sole nascente, simbolo di Amaterasu. Altra divinità molto venerata dagli Unai è la dea Yama-no-Kami, dea della caccia e dei boschi.

Gli Yamahoshi.

I componenti della casta sacerdotale ed esoterica degli Unai sono chiamati "Yamahoshi", in quanto anch'essi, come gli Yamabushi (monaci-guerrieri di stirpe umana), prediligono abitare sulle montagne. Il loro nome deriva dall'unione delle due parole Yama= montagna e Hoshi=eremita, perché vivevano come eremiti tra le montagne e venivano considerati guerrieri invincibili, addirittura dotati di poteri soprannaturali..

Come era avvenuto per i Tao-Lin del Khatay, gli Yamahoshi vedevano le montagne come il luogo ideale per questo tipo di isolamento e per la contemplazione della natura. A differenza però di quanto era avvenuto nel Khatay, gli Yamahoshi non edificarono né templi né monasteri; essi preferivano venerare gli Dei della Luce come fanno i Druidi dei regni occidentali, riunendosi in luoghi appartati e naturali. I loro templi furono i boschi di conifere sulle montagne. I loro monasteri furono le grotte che essi trovavano, sempre sulle montagne.

Questi mistici della montagna divennero molto rinomati, anche tra gli Yao, per le loro abilità magiche e le loro conoscenze occulte. Essi erano assai ricercati come guaritori o medium, alla stessa maniera delle Miko, le femmine elfe sciamane, dai poteri abbastanza simili a quelli delle Wiccan occidentali.

Il rispetto e l'ammirazione che essi avevano generato anche tra gli Yao, favorirono l'avvicinamento di questi ai luoghi sacri ove gli Yamahoshi praticavano le loro funzioni mistiche e magiche. Col tempo, codesti rapporti si fecero più stretti e anche amichevoli. Fu così che molti monaci-guerrieri umani, gli Yamabushi, divennero allievi degli Yamahoshi.

Come tutti gli altri appartenenti alla loro razza, essi sono molto temuti e rispettati, non solo perché sono grandi maghi, ma anche valorosi guerrieri, abilissimi nella scherma e nelle altre arti marziali. Come arma prediligono la lunga katana (arma a due mani) che essi sono in grado di maneggiare con una sola mano, ma sono anche valentissimi arcieri

I monaci Yamahoshi sono riusciti ad addomesticare i lupi che vivevano sulle colline delle isole del Sol Levante ed anche su Orkinava. Questi lupi, chiamati Karkadann, sono delle straordinarie creature che hanno la caratteristica di avere un grosso, lungo corno sporgente dalla fronte, e per questo vengono considerati il "lato oscuro" degli Unicorni. Si narra che il primo Yamahoshi che riuscì in questa impresa fosse stato il prode guerriero-monaco Isfandyar. Con codesti Karkadann (Lupi Unicorni), gli Yamahoshi hanno costituito delle formidabili Unità di Cavalleria.

Monno-No-Onoke.

Monno-No-Onoke, è una principessa Unai che protegge una "Foresta Sacra" di questo popolo, vivendo in simbiosi con gli animali che la abitano e che se occorre si mettono al suoi ordini per scacciare gli intrusi che fossero penetrati nel loro regno con cattive intenzioni.

Codesta grande foresta si trova ai piedi della sacra montagna Fuji, sulla quale vi è la "Fortezza del Ferro", la più importante delle città sotterranee dei Nani, contro i quali la principessa Monno-No-Onoke è sovente in guerra, perché essi scendono a tagliare gli alberi della sua foresta, necessitando di molta legna per le loro fonderie dove producono il ferro per le loro armi.

Himiko, la Signora della Foresta di Smeraldo.

Sebbene i vari gruppi di Unai non abbiano assunto una struttura statale paragonabile ad un regno, tra i vari clan ne è emerso uno che ha al suo vertice una potente sciamana-guerriera che si chiama Himiko, il cui nome significa "la figlia del sole". In una leggenda che si racconta su di lei viene detto che essa sia la figlia della dea Nakatsu-Hime, la Signora delle Otto Isole, il cui nome significa "La Signora del Mondo di Mezzo", e di un principe Elfo Luminoso che sarebbe giunto con un gruppo di guerrieri della razza eletta su Yamato, assieme all'esercito di Yao che ivi era stato condotto dagli Dei Ninigi e Jinmu.

A codesti Elfi Luminosi ed Elfi Alti che giunsero su Yamato al seguito di Ninigi venne dato il nome di Yayoi.

Grazie ai suoi poteri mentali, Himiko è in grado di condizionare le menti di quelli che l'avvicinano, e per questo è assai temuta dagli Yao. Al suo servizio vi sono mille ancelle-guerriere, e a pochi è riservato il privilegio di poterla vedere. Inoltre ad essa ubbidiscono ciecamente i guerrieri che formano la sua Guardia che la protegge ed è a guardia dei confini invalicabili del suo regno, denominato Yamatai che ha il dato il proprio nome anche alla foresta nel quale si trova, situata al centro dell'isola di Enoshima, la quarta per estensione delle isole del Mikado, interamente occupata dagli Yayoi.

Riguardo all'isola di Enoshima, si dice che su di essa sia nata la dea Benten, divinità dell'amore, dell'eloquenza, della saggezza, delle arti, della musica, della conoscenza, della buona sorte e dell'acqua. Questa Dea è la protettrice delle geishe, dei danzatori e dei musicisti. Si narra che codesta isola sorse appositamente per accogliere la residenza terrena di questa Dea, che poi venne affidata a Himiko.

La dea Benten viene raffigurata come una bella donna guerriera che cavalca un drago.

Himiko ha ereditato dalla dea Benten il lussuoso palazzo chiamato la "Pagoda Dorata", al centro della grande foresta che gli Yao chiamano "la foresta di smeraldo", per via del colore perennemente verde delle foglie dei suoi maestosi alberi. In codesta foresta abitano anche molte Yosei, delle Fate che hanno il potere di tramutarsi in uccelli: gru o cigni.

I Nani Goyukaj.

Della loro origine, fatta risalire al dio Susanoo, si è già detto. Dopo le guerre combattute prima contro gli Elfi Unai e poi contro gli Uomini Yao, vennero relegati sulle pendici delle più alte montagne di quella che un tempo era stata la terra di Yamato. Il fatto di avere scavato le loro dimore nel sottosuolo delle montagne li preservò in gran numero dalla disastrosa, planetaria alluvione che sommerse vaste aree del mondo antico. Molti di essi però morirono a seguito dei tremendi terremoti che seguirono allo spostamento dell'asse terrestre ed ai conseguenti mutamenti avvenuti sulle terre che riemersero dal grande diluvio universale. Essi però, meglio di altri popoli, sopportarono le terribili conseguenze del lunghissimo inverno "Finbul".

Superato senza eccessive perdite quel difficile e tragico periodo, i Goyukaj tornarono a farsi vedere anche in superficie, riallacciando i contatti con gli altri due popoli che si spartivano i territori delle isole nate dalla parziale sommersione di una parte del continente Yamato.

Mentre la maggioranza di essi ha continuato ad abitare nelle loro città costruite in grandi cavità sotto le pendici delle più alte montagne, alcuni di essi hanno preso possesso di alcune zone di pianura dell'isola di Ainor, soprattutto lungo le coste o in alcune delle valli fluviali di codesta isola, dove hanno formato delle piccole comunità di pescatori e cacciatori, guidati da un capo, il Kotankorokur, che viene scelto per particolari abilità nella caccia e nella pesca o per la sua provenienza familiare. A lui spetta il compito di far rispettare le leggi della comunità, tramandate oralmente. Egli inoltre sovrintendere alle celebrazioni religiose e funge da guida e da giudice per la comunità.

Essi praticano la monogamia. Secondo la tradizione nanesca, sia maschi che femmine diventano adulti agli occhi della comunità verso i 30-35 anni, a seguito di una particolare cerimonia. Dopo di essa i ragazzi cominciavano a farsi crescere la barba, simbolo di saggezza e virilità. Le ragazze invece si tatuavano le braccia come segno di prestigio sociale. Una volta terminata l'operazione, spesso piuttosto dolorosa, esse vengono considerate pronte per il matrimonio.

Essi hanno continuato ad utilizzare l'antico linguaggio dei Nani del continente, dai quali aveva avuto origine la logoro razza, sebbene poi, col passare del tempo, nei tempi posteriori alla fine dell'inverno Finbul, quelli che sono scesi in pianura a vivere lungo i corsi d'acqua si sono differenziati, anche dal punto di vista linguistico, dando origine a diversi dialetti.

Per quanto riguarda la religione, oltre ad adorare il loro padre Susanoo, essi hanno anche una grande venerazione per la dea Huchi, divinità del fuoco, e per la dea Kanayama-hime, divinità dei metalli, che essi associano alla metallurgia, arte nella quale continuano ad essere dei veri maestri, al pari degli Elfi Unai.

Altra importante divinità venerata dai Goyukaj è il dio Okuni-Nushi, signore della magia e della medicina, figlio del dio della tempesta Susanoo. Fu il Signore della Terra di Yamato finché la dea del sole Amaterasu inviò suo nipote Ninigi per regnare in sua vece. In compenso fu creato signore del mondo invisibile degli spiriti e della magia. E' da lui che i Maghi, Indovini e Sacerdoti dei Goyukaj hanno imparato l'arte arcana.

I Goyukaj inoltre venerano anche l'orso, animale-simbolo di questo gruppo etnico. Essi si servono di questi feroci animali, che riescono ad addomesticare, come cavalcature da battaglia. Riescono anche ad addomesticare degli Orsi Giganti che vivono sulle montagne, utilizzandoli come Creature da battaglia.

I Giganti di Mujinto

Le Muiinto sono delle isole che si trovano a nord del Mikado. Un tempo formavano una sola grande isola che era abitata da una popolazione di Giganti. Prima del grande diluvio universale, molti di quei Giganti riuscirono a trovare rifugio sulle terre del continente. Alcuni di essi si unirono ai Goblins ed agli Hobgoblins del Khatay. Altri si dispersero nell'immensità delle terre del continente Yanghar.

Dopo la fine del terribile inverno Finbul alcuni di quei Giganti tornarono nella loro patria originaria, riprendendo possesso di quelle isole che un tempo costituivano le parti più elevate della loro terra.

Questi Giganti si mettono al servizio, come guerrieri, sia degli Uomini del Mikado sia dei Nihon, così può accadere che alcuni di essi si trovino a dover combattere tra di loro, essendo schierati con i due opposti schieramenti.

Eroi e Santuomini di Tokoyo-no-Kuni.

Come si è già detto, l'isola di Tokoyo-no-Kuni, il cui nome significa "La Regione Eterna", venne destinata dai Kami (Dei) ad accogliere gli Eroi più valorosi giunti al termine della loro vita terrena, una sorta di Valhalla orientale. Assieme agli Eroi vi vengono accolti anche i Monaci, Maghi, Indvini e Sacerdoti che hanno dedicato la loro vita alla venerazione degli Dei della Luce e a combattere il Male in ogni sua manifestazione.

Questi sono alcuni dei principali Eroi e Santuomini di Tokoyo-no-Kuni, i quali, quando occorre, abbandonano temporaneamente l'isola della Vita Eterna per venire sulle isole del Mikado a combattere al fianco dei popoli che vi abitano, soprattutto quando questi sono assaliti dalle forze del Male.

BENKEI

Famoso monaco-guerriero Yamabushi del Mikado, di statura imponente ed invincibile nei duelli in corpo a corpo, nei quali impugna la sua lunga naginata.

GAMA-SENNIN

Benevolo indovino che può assumere la forma di un serpente gigante e che conosce il segreto dell'immortalità.

HIDESATO

Celebre e impavido eroe leggendario appartenente alla stirpe dei Goyukaj. Con la sua balestra e la sua ascia uccise molti mostri, fra i quali il Centopiedi, un terrificante mostro antropofago che si diceva fosse grande come una montagna. Viveva nei monti del Giappone nei pressi del Lago Biwa. Il Re Drago che viveva in un'isola al centro di quel lago chiese a Hidesato di uccidere quel mostro per lui. L'eroe uccise il Centopiedi trafiggendone il cervello con un dardo della sua balestra bagnata nella saliva del mostro stesso. Il Re Drago ricompensò Hidesato donandogli uno dei suoi giovani figli, che da allora lo segue come fedele cavalcatura da battaglia.

KINTARO

Eroe Samurai il cui nome significa "Ragazzo d'Oro". È il figlio della principessa Yaegiri. Kintaro viveva solo nei boschi, dove parlava con gli animali. Era talmente forte che poteva abbattere gli alberi come se fossero fuscelli e riusciva sconfiggere gli orsi in lotte di Sumo. In una delle sue avventure si misurò con un demone che aveva l'aspetto di un gigantesco ragno velenoso. Sradicò un albero e ne fece uso per sopraffare il mostro. In seguito si unì al seguito dell'eroe Raiko (Minamoto Yorimitsu) e divenne egli stesso un celebre guerriero, chiamato Sakata Kintoki.

Questa è la sua storia:

Intorno all'anno 1000 della nuova era, nel paese di Jizodo, vicino al monte Kintoki viveva uno Shogun molto ricco e potente, chiamato Shima-choja, il quale aveva una bellissima figlia, la Principessa Yaegiri. Un giorno Yaegiri incontrò un guerriero della famiglia Sakata, Yosi-ie: si innamorarono e si sposarono. Purtroppo presto scoppiò una faida all'interno del clan dei Sakata e il marito Yosi-ie venne ucciso da uno zio in un momento in cui si trovava privo della guardia personale La moglie Yaegiri, che era incinta, fuggi nei boschi del Monte Kintoki e fece bene, visto che lo zio, sapendo della gravidanza, si mise alla ricerca della donna volendo sopprimerla per evitare qualsiasi pericolo di vendetta futura da parte del figlio di Yosi-ie.

La Principessa Yaegiri diede quindi alla luce un bimbo che chiamò Kintaro.

In un'altra versione della storia della sua nascita, si narra che Kintaro sia invece nato dall'unione tra la Principessa Yaegiri e un drago rosso in cima alla montagna Kintoki.

Kintaro visse nella foresta con gli animali come compagni di gioco. Egli crebbe forte e coraggioso e la sua forza divenne leggendaria.Un giorno passò da quelle parti un importante guerriero della famiglia dei Minamoto, Yorimitsu, che venne presto a sapere dell'esistenza di questo ragazzo dall'incredibile forza. Lo mandò a chiamare e gli offrì un posto nella sua Guardia Personale.

Fu così che Sakata Kintoki, il nome da adulto di Kintaro, divenne un guerriero al servizio di Minamoto Yorimitsu. Kintoki iniziò un periodo di duro addestramento nelle arti marziali e alla fine divenne il comandante di una squadra di valentissimi guerrieri, gli "Shitenno", agli ordini di Yorimitsu

Kintaro combatteva preferibilmente impugnando una ascia dall'impugnatura d'oro ed era sua abitudine dipingersi la faccia di rosso per incutere paura ai nemici.

KOYA-SHONIN

E' un sacerdote-guaritore che si fece promotore della costruzione di un tempio dedicato ad Amatersasu, mettendo così fine in questo modo ad una grave epidemia che aveva devastato il Mikado.

ISSUNBOSHI

E' un Mago Goyukaj che ha il potere della levitazione che gli consente di attraversare dei corsi d'acqua come se camminasse sull'acqua. Egli si dedica a dare la caccia ai Demoni, dei quali ne ha uccisi parecchi.

MOMOTARO

Eroe Samurai del Mikado. Quand'era un bambino venne abbandonato e trovato da una anziana coppia di pescatori. Quando fu cresciuto, egli ebbe molte avventure. In una di queste fece vela verso l'isola di Orkinava, per andare a liberare due principesse che erano state rapite da una banda di Nihon. Trovati i rapitori, li uccise tutti, riuscendo così a liberare ed a portare in salvo le due principesse.

NIKOBO

E' un sacerdote-esorcista dei monaci-guerrieri Yamabushi. Narra una leggenda che la moglie del governatore della provincia di Nikaido era gravemente malata, perché posseduta da un Demone . Nikobo compì l'esorcismo guarendo la donna, ma il governatore rifiutò di pagarlo, facendolo invece giustiziare, in quanto accusato di essere complice del Demone. Qualche tempo dopo l'esorcista tornò in vita sotto forma di un Elementare del Fuoco. Respingendo quanti si facevano avanti per fermarlo, entrò nel palazzo del governatore e lo uccise.

RAIKO (Minamoto Yorimitsu)

E' un grande Eroe Samurai del Mikado che durante la Guerra delle Nere legioni uccise un gran numero di giganti. Raiko è il suo soprannome, mentre il suo vero nome è Minamoto Yorimitsu.

REIKO

Altro grande Eroe Samurai che divenne famoso per i suoi scontri con i Demoni che hanno la forma di Ragni Giganti. Si narra che un giorno, mentre Reiko era malato, un ragazzino gli portava una medicina ogni notte. Questa medicina non lo curava, ma lo faceva ammalare sempre di più, perché era un veleno. Il suo sospetto fu confermato e Reiko, una notte, quando il ragazzino giunse, lo colpì. Repentinamente, il ragazzino gettò su di lui qualcosa che diventò una rete appiccicosa, dopodiché fuggì. Reiko, completamente avviluppato, era del tutto indifeso. Tsuna, il capo dei servitori di Reiko, riuscì a fermare il ragazzo puntandogli la spada alla gola, ma quello gettò una rete anche sul servitore e fuggì di nuovo. Il ragazzo fu poi trovato in una grotta e ucciso prima che fosse riuscito ad assumere il suo vero aspetto. Risultò infatti che si trattava di un Kumo, un demone ragno gigante. In un'altra avventura, Reiko vide una luce filtrare attraverso le fessure di un edificio diroccato. Dentro l'edificio Reiko trovò una bella donna, che si spogliò. Quando Reiko le si avvicinò, lei lanciò una rete appiccicosa su di lui. Egli però fu pronto ad estrarre la sua katana ed a colpirla mortalmente, trafiggendola al ventre. La donna riuscì a.fuggire, nonostante avesse la katana infilata nel ventre. Reiko la inseguì e poco dopo la ritrovò agonizzante, stesa a terra. Dopo qualche momento, la donna cominciò a trasformarsi nella creature demoniaca che era, un Kumo, un demone ragno gigante. Reiko allora si mise a dare la caccia ai Kumo, riuscendo a liberare l'intera regione dall'antica piaga dei Kumo, i demoni ragni giganti.

SENNIN

Il Sennin è lo spirito immortale di un santo indovino che vive sulle montagne del Mikado con le sembianze di un umano. Essi sono degli eremiti che hanno il potere di controllare delle strane creature che hanno la forma di tartaruge giganti, le Tartarughe-drago.

SHODO SHONIN

Famoso monaco Yamabushi fondatore del tempio di Nikhon. Un giorno, mentre stava camminando su un sentiero di montagna, Shodo si accorse che la sua strada era bloccata da un fiume tempestoso. Pregò per avere un ponte, e improvvisamente comparve un Gigante Goblin che gli disse "Ecco il tuo ponte", quindi gettò due giganteschi serpenti, uno blu e uno verde, attraverso il fiume. Il santo monaco, per nulla spaventato, camminò sul dorso dei serpenti oltrepassando il fiume. Non appena mise piede sull'altra sponda, il Gigante e i serpenti scomparvero.

TAJIMA

E' un monaco-guerriero Yamabushi, soprannominato "il tagliatore di frecce" perché rimase in piedi, su un ponte, ad impedire il passo al nemico, difendendosi solo con la sua potente naginata, con la quale riuscì a spezzare a mezz'aria le frecce che gli venivano indirizzate dagli assalitori.

Il suo nome è diventato un titolo onorifico, che viene concesso ad un Sohei che riesca ad imitarlo, intercettando con la sua naginata una freccia che gli venga scagliata da distanza abbastanza ravvicinata.

TOKOJO

Celebre eroina di stirpe Unai che uccise il drago marino Yofune-Nushi

Codesto drago marino viveva in una caverna sotto gli scogli della costa dell'Isola di Oki, una delle isolette minori che contornano le tre4 grandi isole del Mikado. Ogni anno, la notte del 13 giugno, bisognava offrire al drago una bella fanciulla, altrimenti la creatura avrebbe provocato tempeste e distrutto le barche ed i battelli dei pescatori. Un giorno nel villaggio si trovà a passare una bella fanciulla di stirpe Unai, Tokoyo, la quale si offrì volontaria come prossima vittima del drago. Quando venne il momento del sacrifico, Tokojo si sedette sullo scoglio dove solitamente trovava posto la vittima sacrificale. Appena il drago le si avvicinò abbastanza per essere colpito, Tokojo estrasse la sua catana e con un deciso colpo gli troncò la testa.

TOTARO

Eroe Samurai amico del un drago Samebito.

Si narra che un giorno il drago si imbatté nell'eroe Totaro, ma anziché assalirlo, gli chiese ospitalità nel suo castello. Il drago raccontò a Totaro che il Re del mare lo aveva cacciato dall'oceano. Totaro prese il drago con sé e gli mise a disposizione un lago che si trovava presso il proprio castello, fornendogli il nutrimento necessario. Qualche tempo dopo, Totaro si innamorò della bella principessa Tamana, figlia di un potente Shogun, e aveva intenzione di sposarla. Ma il padre di Tamana aveva fissato il prezzo della sposa a diecimila pietre preziose. Non avendo la possibilità di raggiungere una così immensa fortuna, Totaro tornò a casa e chiese al drago se poteva aiutarlo a trovare codeste gemme. Samebito allora si recoò al mare, si immerse e poco tempo dopo tornò con una cesta ricolma di perle, rubini e smeraldi. Con queste pietre preziose Totaro poté pagare il prezzo della sposa e sposare la graziosa Tamana.

YAMATO TAKE

Principe degli Unai e celebre eroe, figlio del re Keiko. Si dice che uccise molti fuorilegge che erano penetrati nella sua foresta nonché anche il pericoloso drago terrestre Omi.

YEGARA-NO-HAIDAI

Eroe Samurai che uccise un condottiero Nihon che cavalcava un Uwibami (piccolo drago) Dopo averlo ucciso, riuscì a catturare l'Uwibami e a domarlo, facendolo diventare la sua cavalcatura da battaglia.

YENOKI

E' un mago astrologo di stirpe umana, seguace del dio Fudo, divinità del fuoco e della saggezza, nonché il quinto fra i Guardiani dei Cieli ed è protettore dell'astrologia. Viene particolarmente venerato nel tempio edificato dai Goyukaj sulla cima del Monte Okiyama, che è protetto da un cerchio di fuoco. Il suo sacerdote Yenoki, un immortale, vive abitualmente dentro un albero e può schierarsi in battaglia al fianco di un Condottiero dei Samurai in qualità di mago-astrologo.

Narra una leggenda che presso una cascata che scende in prossimità del tempio del dio Fudo, una ragazza umana di nome O Ai San lo pregò nella speranza che guarisse suo padre rimasto cieco. Stette per cento giorni, nuda, pregando, sotto la cascata, e quando tornò a casa dopo questo periodo, trovò il padre risanato.

YORIMASA

Celebre eroe samurai del Mikado. Quando fu scoperto un Troll nascosto in una stanza sulla sommità del castello dell'imperatore, Yorimasa lo uccise e fu ricompensato con la mano della principessa Ayame. Ricevette inoltre la famosa spada chiamata Shinischi-o ("Signora dei Leoni").

YOSHITSUNE

Celebre Eroe Samurai, figlio dello shogun Yoshitomo, il quale, quando suo figlio era ancora solo un bambino, venne ucciso da un Ninja pagato da un clan nemico. Per vendicare suo padre, il giovane Yoshitsune si recò sulle montagne, dove si mise alla ricerca di Sojobo, il re dei dèmoni Ten-gu. Dopo averlo trovato, Yoshitsume riuscì a farsi accettare come allievo da Sojobo, che gli insegnò le arti marziali. Quando ebbe raggiunto l'età di diciotto anni, Yoshitsune ringraziò il Re dei Tengu per quello che gli aveva insegnato e, preso congedo, tornò tra la sua gente. Si mise alla ricerca del Daymo che aveva fatto uccidere suo padre, e lo uccise. Quindi annientò tutto il clan nemico. Per ultimo diede la caccia al Ninja che aveva materialmente ucciso suo padre. Lo trvò e dpo un aspro combattimento lo uccise.

 

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